In preghiera per il Sinodo

L'invito della Cei: la sera del 4 ottobre “Accendi una luce in famiglia”

Alla vigilia del Sinodo dei vescovi sulla famiglia, tutta Italia, su invito della CEI, sarà unita nella preghiera per invocare lo Spirito Santo a favore della famiglia e del Sinodo stesso, facendo sentire ai padri sinodali la vicinanza dei cristiani nel momento in cui si apprestano a discutere di un tema critico e delicato come quello della famiglia.

Il desiderio del Papa è di ritrovarsi tutti in piazza San Pietro sabato 4 ottobre dalle 18 alle 19.30, ma si veglierà in tante altre piazza d'Italia: l’invito alle comunità parrocchiali, agli Istituti di vita consacrata, alle associazioni e ai movimenti è di pregare nei giorni precedenti e durante i lavori sinodali.

La Chiesa trentina ha dedicato alla preghiera per il Sinodo la giornata di domenica scorsa, 28 settembre, nelle diverse comunità parrocchiali; a Trento il vescovo ha celebrato una Messa al Centro Famiglia di via Rosmini. Ma anche il 4 ottobre (giornata in cui la diocesi di Trento celebra la Veglia missionaria), le famiglie trentine possono offrire al Sinodo la loro testimonianza e la loro preghiera accendendo simbolicamente “una luce in famiglia”: l'invito della CEI è di mettere un lume acceso sula finestra della propria abitazione la sera del 4 ottobre.

La III Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi si svolgerà dal 5 al 19 ottobre e avrà come tema “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. Nell'imminenza dell'appuntamento sinodale, i vescovi italiani hanno diffuso un messaggio in cui sottolineano ancora una volta l'importanza della famiglia, “un bene di ciascuno e di tutti, del Paese nel suo insieme”. Il Consiglio Permanente esprime gratitudine “a quanti, quotidianamente – e spesso in mezzo a sfide e difficoltà indicibili – testimoniano la libertà e la dignità che scaturiscono da quell’intima comunità di vita e d’amore che è il matrimonio”.

“La stima e la riconoscenza per la famiglia – proseguono i vescovi – ci portano a riaffermare con Papa Francesco che 'questo primo e principale costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo merita di essere fattivamente sostenuto'. Non lo fa chi, al di là delle promesse, si rivela sordo sia nel promuovere interventi fiscali di sostegno alla famiglia sia nel realizzare una politica globale di armonizzazione tra le esigenze del lavoro e quelle della vita familiare, a partire dal rispetto per la domenica. E non lo fa neppure chi non esita a dare via preferenziale a richieste come il riconoscimento delle cosiddette unioni di fatto o, addirittura, l’accesso al matrimonio per coppie formate da persone dello stesso sesso. Del resto, che aspettarsi per la famiglia se la preoccupazione principale rimane quella di abbreviare il più possibile i tempi del divorzio, enfatizzando così una concezione privatistica del matrimonio?”.

Ribadendo una posizione che non si scandalizza della complessità di questo tempo, e che “non chiude la porta ad alcuno”, i vescovi italiani rilanciano la loro disponibilità “a spenderci con tutte le nostre forze a servizio del nostro popolo”, in un cammino condiviso anche con quanti partono da presupposti culturali diversi: “Insieme condividiamo la convinzione che alla stabilità della famiglia è legata la stessa qualità della condizione umana: per questo – concludono i vescovi – non ci stanchiamo di impegnarci contro ogni attentato alla vita, alla libertà educativa, al diritto all’istruzione e al lavoro, autentiche condizioni di giustizia e di pace”.

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