Parola quotidiana

Nelle Messe mattutine a Santa Marta, celebrate in stile essenziale, quasi “domestico”, nel rivolgersi agli astanti il Papa non non ha fogli davanti a sé, solo il lezionario; dopo un attimo di silenzio, svolge una riflessione sulle Letture del giorno: una predicazione “semplice, chiara, diretta, adatta”. Come osserva p. Antonio Spadaro ci sono alcune caratteristiche di fondo che connotano lo stile omiletico di papa Francesco: ad esempio l’uso delle immagini – è rimasta famosa quella della chiesa come “ospedale da campo”, oppure quella dei “cristiani da pasticceria” – che “fanno sì che il messaggio venga sentito come qualcosa di familiare, vicino, possibile, legato alla propria vita”. Oppure il tono esortativo, la necessità di reagire e di non accontentarsi, non accomodarsi, tutto con un linguaggio fermo e forte ma anche amichevole, come alla ricerca di un contatto diretto e non per niente dopo la celebrazione papa Francesco ritorna nell’atrio di Santa Marta per salutare personalmente, uno per uno, coloro che hanno preso parte all’incontro.

Il libro “La verità di un incontro, Omelie da Santa Marta” (Rizzoli, 2014, pagg. 555, euro 17) raccoglie le omelie di Papa Francesco dalla fine di marzo 2013 al 20 marzo 2014, l’arco temporale di un anno. Un libro molto bello, la cui lettura va assaporata e assimilata per piccole dosi, con assaggi quotidiani. Il volume si rivela un’antologia ricca di spunti, un autentico florilegio di riflessioni valide per tutti – credenti e non credenti, “cercatori di Dio” – perché riguardano ciò che di più intimo ciascuno si porta nel cuore. Nel filone propriamente intra-ecclesiale si affrontano tematiche come quella dei “cristiani sfiduciati”, della “chiesa mondana” o – riecheggiando Bonhoeffer – la condivisione in “anche Dio piange”. Sul versante civile non manca la condanna della violenza, “lo scandalo della guerra” o della corruzione, “i devoti della dea tangente”. Sono pagine ricche, che stimolano la crescita interiore, il confronto, lo sforzo di migliorare se stessi. “Il cristiano – osserva Bergoglio – è un uomo, è una donna di desiderio: sempre desiderare di più nella strada della vita”; “Il Signore ci ha fatto inquieti per cercarlo, per trovarlo, per crescere”.

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