I malati, vero tesoro della Chiesa

Si è parlato anche di un impegno a favorire il rapporto fra le comunità e gli ospiti delle residenze per anziani

I malati sono il tesoro della Chiesa e per questo devono essere al vertice delle priorità pastorali in ogni parrocchia. Il rapporto con loro diventerà reciproco e costante, non solo legato ad alcune feste durante l'anno e non affidato esclusivamente ai ministri straordinari dell'Eucarestia o a uno specifico gruppo parrocchiale. Perché anche Gesù raccomandava agli Apostoli di prendersi cura dei malati, e predicare il Vangelo. (cfr. Lc 9,2).

Le comunità parrocchiali e le associazioni potrebbero trovare nell'attenzione verso chi soffre nuova linfa e slancio per superare i momenti di stanchezza e la mancanza di forze nuove per portare avanti le iniziative, e ciò solo agendo in comunione senza personalismi.

Questi i cardini proposti dal vicario don Lauro Tisi nella relazione di apertura della “Giornata di studio e programmazione per l'anno 2014-2015”, organizzata dalla Consulta diocesana per la Pastorale della Salute sabato 11 ottobre, presso la casa di spiritualità Villa Moretta a Costasavina di Pergine e moderata dal delegato vescovile don Piero Rattin.

Ma come deve essere una pastorale sanitaria realmente efficace? “Non deve ridursi a una pura organizzazione di iniziative – ricorda il vicario – ma incontrare volti nello stile e con lo spirito di Cristo che si avvicinava ad ogni persona in modo unico e irripetibile”.

Per qualcuno, ad esempio, basterà stare in silenzio e stringere la mano, altri invece chiedono di accogliere il grido di sofferenza che portano nel cuore. In ogni caso non bisogna avere fretta di parlare di fede. E se la formazione è necessaria, più dei discorsi colpiscono le testimonianze di vita. Perché la malattia resta un momento privilegiato, dove le grandi domande sul senso dell'esistenza riemergono con grande forza e possono far ritrovare un rapporto con Dio, anche dopo anni di buio e lontananza.

Tra gli spunti dei laboratori pomeridiani emergeva la necessità di coinvolgere anche i malati nelle riunioni della comunità per conoscere il loro punto di vista e le loro esigenze.

Nelle case di riposo serve invece esserci con continuità per proporre un'animazione religiosa e per migliorare il dialogo fra gli ospiti e la struttura. Ancora alta deve essere l'attenzione verso il disagio psichico che oggi colpisce in ogni età.

Tra le iniziative in programma col titolo “La vita non è tolta, ma trasformata” si segnala un ciclo di incontri i mercoledì di novembre a Trento presso l'Oratorio del Duomo in via Madruzzo 45, sul rapporto tra il morire cristiano e la cultura contemporanea, destinato alle comunità cristiane delle città.

Torna anche il corso per i giovani – ogni martedì dal 21 ottobre al 2 dicembre alle 18.00, presso l'Ospedale S. Camillo, in via Giovannelli 19 a Trento – per prepararsi a un'esperienza di volontariato con gli ammalati sul tema “Va e anche tu fa lo stesso” Lc 10,37. (Per info e iscrizioni al corso: don Mauro Angeli m.angeli@diocesitn.it, 347 9783386 o suor Juliette 0461 216242).

Per le altre proposte di pastorale sanitaria 0461 – 231055.

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