Le ultime…a corda

Dopo l'introduzione dei sistemi elettronici, le campane a corde sono diventate un lontano ricordo. Non però in Santa Maria del Suffragio, dove a suonarle sono alcuni volontari alla messa prefestiva. Proprio come una volta…

Suonare le campane con le corde è quasi un ricordo dei nostri nonni, dopo l'introduzione dei sistemi elettronici. A Rovereto è rimasta la chiesa di Santa Maria del Suffragio, fatta costruire dall'omonima confraternita nel 1739. Da circa cinque anni Carla Biasi dà una mano nella cura dell'edificio a Silvano Linardi, il sacrista della parrocchia di San Marco, da cui dipende la chiesa.

Ha così imparato a suonare le campane, attività comunque impegnativa per una donna, se non altro per la forza fisica richiesta. Carla Biasi è riuscita ultimamente a trovare l'aiuto di un pensionato, Pier Alessandro, che negli anni Cinquanta suonava le campane quando faceva il chierichetto, e di un vigile urbano, che si è offerto un giorno che era venuto a messa.

Il pensionato aveva imparato dall'allora rettore mons. Antonio Longo. “Era molto attento alle funzioni religiose e ci teneva che suonassimo con un certo ordine”, ricorda Pier Alessandro. Così il sabato viene a darle una mano per la messa prefestiva che dal 4 ottobre scorso è stata anticipata di mezz'ora, alle 18.30. Da sabato prossimo, 18 ottobre, la celebrazione eucaristica sarà inoltre animata dal coro “Canta con noi”, che ha dato la sua disponibilità dopo la soppressione della funzione domenicale delle 20, in San Marco.

“Essendo benedette le campane sono un sacramentale (segno sacro, ndr)”, spiega Biasi. “Nel loro utilizzo si dovrebbe dunque seguire una regola precisa, codificata dalla secolare tradizione ecclesiale”. Dunque si distinguono il feriale dal festivo, i rintocchi per il lutto, la campana maggiore suona all'ora nona del venerdì, ovvero alle 15 quando Gesù muore in croce, e al momento della consacrazione del pane e del vino nella messa principale della domenica, per far partecipare quei fedeli, come gli infermi, che non possono venire.

Le campane in Suffragio sono quattro, a misura scalare dai circa 300 chilogrammi in giù, e mantengono lo stesso nome delle precedenti, realizzate nel 1872 e sparite durante la prima guerra mondiale. La più grande è dedicata a Maria e ai santi Gioacchino, Anna, Elisabetta e Giovanni Battista; la seconda si chiama Giuseppina, in ricordo dello sposo della Vergine, ed è dedicata anche ai santi Antonio, Giacomo ed Enrico; la terza si chiama Angela, in onore degli angeli custodi, a cui è anche dedicato uno degli altari interni; e la quarta Luigia, come San Luigi Gonzaga, il cui altare è il primo a sinistra.

Nel 2013 Carla Biasi ha pubblicato un piccolo libro sulla chiesa di Santa Maria del Suffragio, riprendendo documentazione lasciata incompiuta dall'ultimo rettore, don Mario Miorelli (vedi Vita Trentina del 15/12/2013). Il ricavato della vendita – sono ancora a disposizione delle copie – viene usato per la manutenzione ordinaria dell'edificio. “Vedendo il testo alcuni si sono incuriositi e hanno iniziato a notare particolari che prima sfuggivano, come i teschi e le anime purganti intarsiate nei banchi”, aggiunge l'autrice.

Sulla finestra ad est del campanile ci sarebbe da ricollocare la grata, che si è staccata, per migliorare il suono delle campane e a protezione dai piccioni.

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