“Sentiamo realizzarsi il sogno dei nostri caduti”

Anche i caldi raggi di un lucente sole d’autunno sono stati preludio di una giornata da ricordare, quella di domenica 28 settembre, inaugurale del cimitero austroungarico di Geroli, riportato alla memoria di ognuno e alla storia comune, come segno tangibile di pace e fratellanza fra i popoli. Questo è stato il concetto sviluppato nei numerosi interventi dei rappresentanti di enti e gruppi organizzati che hanno preso la parola, assieme al riconoscimento per quanto una piccola comunità come quella di Terragnolo, anche in questa occasione, ha saputo esprimere.

Le Valli del Leno furono uno dei fronti di combattimento più caldi: gli abitanti vennero sfollati, paesi e campi si trasformarono in un immenso campo di battaglia fortificato. Sul territorio di Terragnolo furono creati otto piccoli cimiteri. Il più “affollato” fu quello di Geroli, dove nel maggio del 1916 dopo la carneficina della Strafexpedition, si raggiunse il record delle sepolture.

Il primo caduto seppellito qui fu Adolf Koller morto il 3 aprile 1916, l’ultimo fu May Ostermann, deceduto il 29 novembre 1918. Tra queste due date, sono state scavate oltre 470 tombe – stabilire quanti soldati riposano nel Camposanto è difficile, perché fino al 1928 i familiari potevano riesumare le salme senza particolari permessi – , alcune delle quali multiple. Al termine dei recenti lavori, a opera del Servizio conservazione della natura e valorizzazione ambientale provinciale, 2.300 metri quadrati sono tornati ad essere visitabili, anche grazie alla collaborazione degli Alpini, che cureranno la manutenzione. A completare il ripristino, un cancello in ferro all’entrata, il recinto, un altare per la Messa e una lapide dedicata agli Eroi della Patria.

Il gruppo Costumi tradizionali di Terragnolo e il coro Bianche Zime hanno arricchito di contenuti la cerimonia inaugurale e un momento davvero significativo è stato offerto da Alice, Carlotta, Edoardo, Giuliano, Iris, Michelangelo e Tommaso, che a nome della scuola elementare “N. Valduga” hanno espresso particolari pensieri sul significato di pace e guerra, concludendo con una commovente poesia.

La messa, accompagnata dal coro La Valle, è stata celebrata dal parroco alpino don Eugenio Cornella. “Questo è uno di quei momenti in cui sentiamo realizzarsi il sogno dei nostri caduti”, ha detto il parroco durante l'omelia. “Siamo qui per vivere questo incontro di fratellanza per rendere onore e degna sepoltura a quelli che un giorno puntavano le armi contro le nostre e far rivivere nei nostri cuori quelli che sono i sentimenti più nobili di ogni cuore e di ogni popolo, che sono i sentimenti dell’amore e della pace”.

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