Gli schiacciati della Storia

Cronaca e storia si mescolano in un viluppo intricato e mai semplice: dal Vietnam al Congo, dalla Cambogia alla Jugoslavia, dall’Iraq all’Afghanistan, alla Siria

La Storia e le storie. Il mondo grande e terribile. La complessità delle situazioni. L’evoluzione propositiva o il loro avvitamento contorto. La caduta delle illusioni e l’insorgenza sempre delle stesse perché delle illusioni –Leopardi docet – abbiamo bisogno come dell’aria. Sono sensazioni strane – un viaggio a ritroso anche nel tempo della propria vita – quelle che si provano leggendo il corposo libro, da poco uscito, di Bernardo Valli (La verità del momento. Reportages 1956-2014, Mondadori, pp. 1052, euro 35) che ha raccolto solo alcuni dei suoi numerosissimi articoli apparsi in questi decenni su vari quotidiani.

Valli – occorre dirlo subito – è un giornalista alla Kapuscinski perché come il grande cronista e scrittore polacco non si è mai stancato – e tuttora lo fa, alla sua età, è nato infatti nel 1930! – di girare il mondo in lungo e in largo per andare a constatare de visu gli accadimenti, verificare le notizie, parlare con la gente, raccogliere le testimonianze dei protagonisti. E i posti non sono mai stati tranquilli, da villeggiatura. Sempre, o quasi, teatri di guerre, insurrezioni, sconvolgimenti e rivolgimenti. Dal Vietnam al Congo, dalla Cambogia alla Jugoslavia (poi ex-Jugoslavia), dall’Iraq all’Iran, dall’Afghanistan alla Siria.

Con questi racconti, raccolti ora, Bernardo Valli sembra quasi volerci far rivivere la temperie di quei tempi. Costellati da tante speranze, per esempio nelle lunghe, sanguinose e dolorose lotte di liberazione come a Cuba, in Algeria, Mozambico, Angola, nello stesso Vietnam. E c’è, nel fraseggio di Valli, una particolare inflessione passionale a favore degli schiacciati della Storia, i vinti che osano ribellarsi ai potenti che li calpestano soffocandone la dignità umana. Così cronaca e storia si mescolano in un viluppo intricato e mai semplice, determinando spesso effetti imprevedibili. E’ un libro che a tratti commuove, perché in misura minima e semplice in qualche modo si è parteggiato, prendendo parte emotivamente quando la contrapposizione era tra oppressione e libertà, sfruttamento ed emancipazione. E ci sono momenti in cui emerge, nitida, l’inconsistenza di tutto (e, per tornare ai nostri giorni viene da chiedersi perché il rapimento di 3 giovani israeliani, l’estate appena trascorsa, abbia provocato l’uccisione di 2 mila civili e fra questi 500 bambini) e altri in cui pare davvero che una società amalgamata e motivata possa raggiungere standard di progresso e di qualità di vita consistenti e superiori se basati sulla solidarietà e la vicinanza di popolo.

E’ l’eterno dilemma tra progresso – e non solo delle tecnologie: dell’animo umano! – e arretramento a società improntate all’homo homini lupus. Bernardo Valli non ha dubbi da che parte stare. La sua lunga carriera professionale e umana emerge cristallina in questo bel libro, a suo modo un compendio di vita.

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