Sale dalle miniere un grido di dolore

«L’intero settore minerario è indubbiamente chiamato a compiere un radicale cambiamento di paradigma per migliorare la situazione in molti Paesi» : non è la dichiarazione di un tecnico, bensì il forte auspicio di papa Francesco alla conclusione del Messaggio che ha inviato lo scorso 17 luglio per l'apertura dell'Incontro vaticano con i rappresentanti delle comunità colpite dall’attività mineraria (provenienti dall’Africa, dall’Asia e dell’America), promosso dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, in collaborazione con la rete latinoamericana Iglesias y Minería, una coalizione ecumenica che riunisce circa 70 gruppi di base che promuovono e difendono la dignità umana lavorando fianco a fianco con le popolazioni locali.

«Una giornata per far riecheggiare il grido delle numerose persone, famiglie e comunità che soffrono direttamente o indirettamente a causa delle conseguenze troppo spesso negative delle attività minerarie – scrive il papa che ne ha parlato anche ai nn. 29, 51 e 146 dell'enciclica Laudato Si' – un grido per i terreni perduti; un grido per l’estrazione di ricchezze dal suolo che paradossalmente non ha prodotto ricchezza per le popolazioni locali rimaste povere; un grido di dolore in reazione alle violenze, alle minacce e alla corruzione; un grido di sdegno e di aiuto per le violazioni dei diritti umani, clamorosamente o discretamente calpestati per quanto concerne la salute delle popolazioni, le condizioni di lavoro, talvolta la schiavitù e il traffico di persone che alimenta il tragico fenomeno della prostituzione; un grido di tristezza e di impotenza per l’inquinamento delle acque, dell’aria e dei suoli; un grido di incomprensione per l’assenza di processi inclusivi e di appoggio da parte di quelle autorità civili, locali e nazionali, che hanno il fondamentale dovere di promuovere il bene comune».

Nell’Anno che le Nazioni Unite hanno dedicato alla difesa dei Suoli (IYS), l'incontro che si è concluso domenica 19 luglio a Roma presso il Salesianum dal titolo «Uniti a Dio ascoltiamo un grido», rappresenta solo l'ultimo segno dell'attenzione della Chiesa a questo settore. Sono infatti numerosi gli interventi di Conferenze episcopali che denunciano la violazione dei diritti umani, l’illegalità, la violenza e lo sfruttamento dei giacimenti in modo inquinante o problematico per la sicurezza delle popolazioni locali. Anche il Pontificio Consiglio presieduto dal card. Turkson, dopo un incontro nel 2013 con rappresentanti di compagnie minerarie e missionari, ha in agenda un altro incontro il prossimo settembre.

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