Il regalo della diocesi

L'Arcivescovo mons. Luigi Bressan, nonostante inviti di rappresentanti delle istituzioni pubbliche, di amici e sacerdoti e molteplici espressioni di augurio, ha voluto festeggiare i 75 anni concelebrando una Messa al mattino nella chiesa del Seminario e riservandosi poi il pranzo con i soli familiari.

Telefoni e cellulari hanno squillato per tutto il giorno, lunedì 9 febbraio, ma solo a fine giornata ha spedito dei messaggini a quanti hanno cercato un contatto beneaugurale. I presidenti Rossi, per l'esecutivo, Dorigatti a nome del Consiglio provinciale e Avanzo per l'assemblea legislativa regionale, come pure il Commissario del Governo Squarcina e il Questore D'Ambrosio, hanno inviato messaggi d'augurio con parole di apprezzamento per il lavoro svolto.

L'annuncio del genetliaco ha avuto una grande risonanza, legato come era alla rinuncia delle funzioni di arcivescovo metropolita al compimento dei 75 anni in base ad una raccomandazione papale nel dopo Concilio, ribadita anche nel novembre scorso dal Segretario di Stato mons. Pietro Parolin.

All'adempimento Bressan si è prestato con qualche giorno di anticipo in attesa ora di conoscere la risposta di Francesco circa l'accettazione o un' eventuale proroga dell'incarico episcopale. All'omelia della Messa ha fatto un brevissimo cenno alla questione dicendo di avere fino a dicembre un'agenda ricca di impegni da portare a termine. La celebrazione era stata introdotta dal vicario generale mons. Lauro Tisi che ha voluto rendere grazie al Signore per aver scritto, attraverso il servizio pastorale di Bressan, un pezzo di storia che ha definito “tempo bello, abitato da Dio, storia della salvezza e della diocesi”. “Buon cammino, vescovo Luigi” ha concluso. Il festeggiato, a sua volta, citando le letture bibliche del giorno, ha osservato che il mondo non esiste senza Dio e che “Dio ci circonda di cure, ci conosce fin dal seno materno, prima della scoperta dell'ecografia”.

Bressan per quanto attiene la sua formazione umana, culturale e religiosa ha voluto esprimere la propria gratitudine anzitutto alla famiglia che ha definito “ambiente di fede e di fiducia”. Ha citato la mamma che ha voluto fargli dono della croce pettorale il giorno della consacrazione episcopale nel giugno del 1989, i sacrifici del padre per tirar su la nidiata di 11 figli, tutti viventi, con due guerre di mezzo e un lavoro di mezzadria. Anche questo è uno spezzone di microstoria normale all'interno della quale, grazie all'assistenza del parroco, è maturata la sua vocazione al sacerdozio, senza ambizioni particolari.

Bressan ha poi significativamente svolto un breve excursus sulla sua attività nelle periferie del mondo, come amministratore apostolico e nunzio in diverse parti del mondo. Ha ringraziato infine i collaboratori del Seminario, di Curia e in diocesi, nella varie parrocchie, i confratelli nel sacerdozio. Fra le intenzioni ha proposto una preghiera per mons. Severino Visintainer, “gravissimo”, il cui fisico ha resistito alla malattia ancora per 24 ore.

A Bressan è stato offerto al termine della Messa un cero, confezionato a mano da Rosetta Pomaro dell'Ufficio liturgico. La sorpresa preparata dai familiari: il fac-simile di un decreto pontificio riprodotto su pergamena, abrogativo della legge sulle dimissioni obbligatorie al compimento dei 75 anni, definita dagli esperti un'impeccabile costruzione giuridica antiesodo vescovile.

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