“Il nostro lavoro attorno al Sinodo”

La famiglia e la Chiesa: l’esperienza di un gruppo trentino di adulti che sta lavorando sul questionario in vista della consegna entro fine mese

“Quest’anno ci sembrava importante comprendere più da vicino il lavoro del doppio Sinodo sulla famiglia, visto che tutti sentiamo l’appartenenza ad una famiglia, abbiamo dei figli e alcuni anche dei nipoti. Dopo la lettura dell’omelia di Papa Francesco a conclusione del primo momento sinodale nell’ottobre del 2014 ci siamo resi conto che si trattava di un argomento che non poteva passare inosservato. Era necessario parlarne e discuterne insieme”.

Si racconta così uno dei gruppi che in queste settimane stanno confrontandosi col questionario rilanciato dall’Arcivescovo (vedi VT ultimi due numeri). E’ un gruppetto di adulti di Povo che da vari anni si incontra ogni 15 giorni in una casa privata nel periodo invernale per pregare, conoscere, approfondire la Parola di Dio ma anche l’appartenenza alla Chiesa nel mondo di oggi.

Come procede il vostro lavoro sui temi del Sinodo?

Ogni nostro incontro inizia con l’ascolto della Parola di Dio e la condivisione di quanto anche oggi dice a ciascuno di noi. La Parola normalmente è scelta dagli animatori e ci introduce nel tema della serata. Successivamente leggiamo uno o due punti dei “Lineamenta” (il testo che raccoglie gli esiti del Sinodo scorso e propone le questioni aperte, n.d.r.) e nella successiva discussione cerchiamo di focalizzare aspetti positivi e negativi, di enucleare i problemi emergenti ma anche le potenzialità che il nostro tempo e la nostra cultura possiedono. Concludiamo l’incontro con una preghiera universale e con una domanda che ci accompagnerà nei giorni che ci dividono dal prossimo appuntamento.

Ad esempio?

Cerchiamo di essere concreti per cui ci siamo chiesti perché un giovane oggi – rispetto al passato – può aver paura a formare una famiglia; oppure se la fede e il modo di viverla possono arrivare a dividere la coppia; se all’interno del matrimonio si può essere egoisti ed individualisti, come e fino a che punto….

Potete anticipare qualche vostra conclusione…

Siamo ancora all’inizio. Riteniamo però che sia veramente una necessità valorizzare la realtà famigliare in tutte le sue espressioni (coppie sposate regolarmente con rito civile e/o religioso, coppie separate, divorziate, di fatto…) avendo ben chiaro che essa si basa sull’indissolubilità del matrimonio, sul fatto che la relazione di coppia è un progetto di Dio, che la paternità e la maternità trasmettono la vita intesa come dono di Dio, sulla relazione di parità e uguaglianza tra uomo e donna.

Nonostante i grandi cambiamenti del nostro tempo, la famiglia è e resterà sempre il fulcro della nostra società, vera scuola di umanità come dice il Sinodo.

Vi siete soffermati finora in particolare sull'ascolto del contesto socio-culturale…

Spesso la frenesia del quotidiano ci porta a sacrificare proprio la vita familiare intesa come affetti, premure, dedizione, dialogo, sacrificio e a prediligere la vita sociale fondata su fama, successo, carriera, esibizione del potere e del proprio stato sociale.

Viviamo in un’epoca veloce, di continui cambiamenti, la difficoltà sta nell’uscire dai nostri schemi culturali ed anche etici per capire il perché dei cambiamenti, senza giudicare ma cercando di comprenderne le motivazioni, trovando una linea di confronto e di rispetto per dare ragione dei valori in cui crediamo ma soprattutto per dare ragione della persona in cui crediamo, Dio, rispettando la piena libertà, la coscienza e i tempi di ciascuno. 

Qualche domanda si è imposta con maggiore evidenza? 

Appare importante tornare a chiedersi cosa sia il matrimonio, perché si arriva ad esso, perché lo si sceglie o non lo si sceglie, come ci si prepara, quali sono le paure e i dubbi presenti nei giovani ma anche nei meno giovani… Ma anche saper cogliere la bellezza e le difficoltà che ci sono quando si vivono fedi diverse o anche quando all’interno della famiglia ci sono modi diversi, intensità diverse di vivere la propria fede.

Alcuni punti fermi li avete messi a fuoco?

Ci siamo resi conto che i giovani hanno paura ad impegnarsi non solo perché vogliono sentirsi liberi, per rimanere indipendenti anche da un punto di vista economico ma soprattutto perché sono insicuri, temono di non riuscire a vivere un rapporto duraturo, hanno paura del confronto. Certo ci sono molte fragilità e molte insicurezze che i giovani si trovano di fronte ogni giorno ma forse non è sempre colpa loro. Ci siami chiesti cosa facciamo come adulti per trasmettere anche la bellezza del matrimonio, dell’avere figli? Riusciamo a testimoniare che la vita di coppia e la famiglia non è solo difficoltà, pensieri, incertezze? Come viviamo il nostro matrimonio,  come parliamo di Dio e come riconosciamo la presenza di Dio nelle nostre vite?

In conclusione, un lavoro che ha “preso” il gruppo?

Come gruppo siamo grati al Santo Padre e ai Padri Sinodali per aver avuto il coraggio di affrontare il tema famiglia in tutte le sue sfaccettature e di aver coinvolto la base in questa riflessione. In questo modo tutte le famiglie possono sentirsi comprese ed aiutate nelle loro scelte, anche se a volte molto difficili, ritrovare la serenità ma soprattutto sentirsi amate da Dio e dai fratelli.

A cura di Monica Signorati

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina