Fermiamo le stragi

Per ricomporre i conflitti che dividono questi due Paesi confinanti si punta su educazione, comunicazione e dialogo

Ancora sangue in Kenya, ancora violenza “brutale e senza senso”, come l'ha definita Papa Francesco. I terroristi somali del gruppo Al Shabaab irrompono, alle ore 21 italiane del 2 aprile, nel campus universitario di Garissa, a Nord-Est del Kenya. Le vittime sono 148 vittime, 79 le persone ferite. “La Ragione, prima ancora che le Fedi – ha affermato il Cardinal Angelo Bagnasco nella sua Prolusione al Consiglio Permanente della Cei – non può non condannare tanta barbara e studiata crudeltà contro le minoranze e in particolare contro i cristiani solo perché cristiani. Perché tanta barbarie compiaciuta ed esibita? Perché non fermarsi neppure davanti ai bambini e agli inermi?”.

In Kenya la popolazione è a quasi totale maggioranza cristiana, con l’84,4 percento di abitanti appartenenti a questa Fede. Seguono i musulmani, con il 9,7 percento, e le altre religioni del territorio. Il Paese africano ha subito, in questi ultimi anni, le terribili incursioni terroristiche di Al-Shabaab.

In Somalia il 99,8 percento della popolazione (10 milioni 195 mila persone) è di fede musulmana. La libertà religiosa è del tutto inesistente per la piccola minoranza cristiana, pesantemente perseguitata. Nei territori controllati da Al-Shabaab viene applicata una versione radicale della Shari’a. La lapidazione è la punizione per l’adulterio, le mani sono tagliate in caso di furto. Antichi santuari e cimiteri sufi sono stati distrutti, così come cinema pubblici, luoghi di ristorazione e di ritrovo. Gli abitanti non possono vestire all’Occidentale, guardare partite di calcio, cantare o ballare ai matrimoni, organizzare eventi sportivi.

In Kenya, Aiuto alla Chiesa che Soffre attua programmi umanitari e educativi per chi vive costantemente sotto minaccia. Nel 2012 è stata lanciata Radio Akicha: trasmette dalla diocesi di Lodwar e si rivolge ai Turkana, tribù keniota di fede Cristiana. Anche i musulmani ascoltano con interesse le trasmissioni, racconta padre Avelino Bassols, della locale comunità missionaria di San Paolo Apostolo.

Educazione, comunicazione, dialogo: queste le parole chiave su cui Acs sta lavorando in Kenya e in Somalia, per ricomporre i conflitti che dividono questi due Paesi confinanti. Il ruolo di Radio Akicha è fondamentale in tal senso: “È un mezzo di comunicazione che assolve a numerosi compiti – afferma monsignor Dominic Kimengich, Vescovo di Lodwar –, dalla lotta al dilagare dell’HIV e dell’AIDS fino al sostegno pastorale per i fedeli. Possiamo così contribuire alla formazione e all’educazione dei giovani”. Un esempio di confronto, educazione e dialogo che si spera possa costituire la base per far sì che stragi del genere non si ripetano più.

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