Zitti e… Mosca, finale da non perdere

Sabato in diretta su Gazzetta TV il ritorno con la Dinamo: dieci buoni motivi per gustarsi gli ultimi set della Coppa CEV

Un consiglio per chi ama la pallavolo-spettacolo: sabato 11 aprile alle 17 mettetevi comodi per seguire su Gazzetta TV (canale 59 del digitale terrestre) la finale di ritorno Coppa CEV da Mosca. Ci sono almeno dieci buoni motivi.

Un’andata da vertigini. Martedì sera il PalaTrento si è gustato un match d'andata succulento per intensità e virtuosismi tecnici: facile prevedere che il ritorno sarà alla stessa altezza.

Russi supersonici. Una squadra che si permette di lasciare in panca il nazionale azzurro Zaytsev merita rispetto. Fin dal primo set, vinto 25 a 23, la Dinamo Mosca ha sfoderato grande determinazione, pari ad efficacia. Non solo in attacco, ma anche in difesa, andando a “sporcare” molti attacchi trentini e salvando tante palle già date per perse. Il miglior attacco sarà la difesa, anche a Mosca.

Due liberi indiavolati. Arrivavano dappertutto le maglie rosso fuoco di Ermakov e Obmuchaev, i due liberi esplosivi. Il primo è riuscito a recuperare un pallone finito in tribuna saltando sopra i tabelloni pubblicitari a bordo campo: tutti in piedi ad applaudire il salvataggio miracoloso.

Una sconfitta da riscattare. Era da quasi un anno – il 13 aprile 2014 – che la Energy TI Trentino conservava inviolato il campo di casa. Perdendo 3 a 1 (23-25, 25-23, 22-25, 21-25 i parziali), sabato resta solo una via per il riscatto: partire forte e lasciare al massimo un set agli avversari per approdare al “golden set” in cui far valere la dura legge del tie break.

La ricerca della perfezione. “In alcune cose non siamo stati perfetti e con questa Dinamo dovremo essere perfetti”, ci ha detto il libero Massimo Colaci, che parla già con la lucidità di un tecnico. Pensava ad alcune ricezioni ballerine sulle battute flottanti dei russi, molto più velenose di quelle di Birarelli e Zigadlo.

La battuta col freno. Non serve consultare i tabellini (“solo” 8 ace e ben 14 errori per Trento) per cogliere che la necessaria perfezione comincia dalla linea dei nove metri, dove i ragazzi di Stoytchev non hanno brillato come in altre occasioni. In finale le battute dovranno essere di standard esplosivo: “Kazooka” Kaziyski e “Superpippo” Lanza hanno nel braccio un potenziale di dinamite in grado di dare un peso diverso all’equilibrio instabile del match.

Fantasia al palleggiatore. Come in altre partite in campionato, l’innesto di Giannelli per il regista titolare Zygadlo ha introdotto qualche soluzione fantasiosa soprattutto nei primi tempi di Solè e Birarelli. Ma sabato queste trovate saranno meno imprevedibili e il palleggiatore dovrà escogitare qualcos’altro. Sotto pressione, perfino i russi sono finiti in ginocchio.

Il Martin picchiatore. La curva Gislimberti ha invocato più volte Nemec con il tormentone “picchia Martin, picchia”, ma sia in battuta che dai 3 metri lo slovacco non è riuscito a toccare terra con la continuità necessaria, solo al 50%. Ma se la percentuale salirà…

La panchina lunga. Saranno importanti i primi due set a Mosca per raddrizzare il confronto, ma quelli successivi s’annunciano decisivi. La Dinamo può contare su rincalzi all’altezza dei titolari, anche l’Energy T.I. avrà bisogno di utilizzare Fedrizzi, Burgsthaler e Nelli per arrivare carica al “golden set”.

La freddezza di Stoytchev. Il mister trentino mantiene occhi di ghiaccio e nervi saldi (anche con gli arbitri) quando il gioco si fa duro. Sta studiando le contromisure per arginare le bordate di Kruglov e Shcherbinin. Non gli piace perdere (anche perchè finora con Mosca ha vinto 4 volte su 6) ed anche questo può essere un motivo sufficiente per non perdersi la finale di sabato 11 aprile.

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