«In ascolto. Dei nativi digitali»

«Mi infastidisce l’utilizzo strumentale della famiglia che ne fanno buona parte dei mass-media». «A casa, almeno a tavola, via gli smartphone. Fondamentale mantenere spazi di dialogo. E valorizzare le nuove competenze dei giovani»

“Il passo più bello? Quello relativo ai bambini che in famiglia imparano ad ascoltare”. Paolo Holneider, 42 enne imprenditore trentino nel settore delle video-produzioni (titolare della Videonews Communication, sede a Ravina, un dipendente fisso), papà di quattro figli, scorre con curiosità il messaggio di Papa Francesco per la XLIX Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali: Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore. Francesco indica la famiglia come scuola di perdono. E aggiunge: “Un bambino che in famiglia impara ad ascoltare gli altri, a parlare in modo rispettoso, esprimendo il proprio punto di vista senza negare quello altrui, sarà nella società un costruttore di dialogo e di riconciliazione”.

Il tema della “Giornata” tocca da vicino Paolo nel doppio ruolo di professionista della comunicazione e padre di famiglia. Alla ricerca anzitutto di un sano equilibrio tra le due dimensioni, cogliendo ogni minima opportunità lavorativa, ma senza far mancare l’appoggio alla moglie Laura e ai quattro figli, tutti maschi, da 17 a 8 anni, uno ogni tre: Federico, Lorenzo, Alessandro e Andrea. Riflette a voce alta al microfono di radio Trentino inBlu: “Da addetto ai lavori, mi infastidisce l’utilizzo strumentale della famiglia che ne fanno buona parte dei mass media: pronti a fornirne un’immagine tradizionale quando serve una rappresentazione a fini commerciali. E, dall’altra parte, abili nel veicolare un’immagine culturale di famiglia slegata da valori come la fedeltà a quell’impegno quotidiano, spesso faticoso, che chiede però di essere sempre rinnovato. Quell’impegno di amore reciproco che rappresenta l’unico modo per vedere crescere qualcosa di importante”.

C’è la spiritualità focolarina e una solida appartenenza all’associazionismo (è vicepresidente del Forum delle Associazioni familiari del Trentino) nel curriculum non scritto di Holneider. Ma anche il realismo nel riconoscere la crescente difficoltà nel gestire i rapporti all’interno di famiglie tanto tecnologiche quanto disorientate. A casa Holneider la sfida comunicativa, dettata da opportunità e insidie della rete digitale, si prova a vincere senza demonizzare, ma cercando di stabilire alcune piccole regole. “Primo: almeno quando ci si siede a tavola, via gli smartphone, per i quali con Laura abbiamo cercato di stabilire per i nostri ragazzi una soglia d’ingresso con il passaggio alle superiori. Cerchiamo di mantenere intatti alcuni spazi di dialogo tra noi, altrimenti si rischia di non guardarsi nemmeno in volto”.

C’è anche una seconda pista, orientata “a valorizzare la competenza dei figli, nativi digitali”. Paolo cita il corso di video-comunicazione di cui è docente alla Scuola Grafica Artigianelli: “Dietro i banchi ci sono i ragazzi, ma anche i loro genitori. La scuola propone ai figli di insegnare a mamma e papà a creare un loro profilo Facebook. Sapendo che i social, se utilizzati in modo corretto, come cerco di fare anche personalmente, possono essere un modo nuovo ed efficace per veicolare valori”.

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