“La nostra serietà ha fatto la differenza”

La città resta di Adalberto Mosaner. Il 63,2% dei rivani che domenica scorsa, nonostante la bella giornata e le temperature estive, si è recato a votare per le elezioni comunali, ha scelto di confermare la propria fiducia al sindaco uscente e alla coalizione di centrosinistra-autonomista che riproduce in chiave locale gli equilibri politici provinciali: Pd, Patt e Upt ai quali si aggiunge in riva al lago la civica di sinistra “Riva Bene Comune”.

L’esito finale non è quasi mai stato in discussione. Solo negli ultimi giorni prima del voto in città qualcuno aveva ipotizzato il ballottaggio tra Mosaner e il suo principale sfidante, l’operatore turistico Stefano Santorum, forte di cinque liste tra civiche e partitiche. Proprio il gran numero di candidati schierati con lo sfidante aveva fatto pensare che vi potesse essere un secondo turno a Riva, ma l’ipotesi – balenata forse più nelle speranze degli oppositori che nella mente degli elettori – è stata spazzata via già pochi minuti dopo la chiusura dei seggi, domenica sera, con lo spoglio delle prime sezioni.

Mosaner non solo ha vinto, ma ha anche superato se stesso incrementando i suoi voti fino a quel 63,2% che lascia a tutti gli altri poco meno del 37% da spartirsi.La fetta più grande è andata proprio a Santorum con il 20,3% (Oltre, Rinnovamento, Rivanità, Forza Italia e Lega con lui), il resto al Movimento 5 Stelle che in città aveva individuato Flavio Prada, architetto e musicista di origini brasiliane, figlio di immigrati trentini in Sudamerica, e che si è aggiudicato il 9,8% dei voti, infine Franca Bazzanella (due civiche di sinistra, l’Altra Riva e Laboratorio Civico) con il 6,6%.

Mosaner trascina all’insù anche il consenso del Partito democratico, che resta il più votato in città e guadagna sei punti percentuali, raggiungendo il 25,9%. Ma a decollare è il Patt (20,7%), che triplica i voti e raddoppia i consiglieri comunali, diventando secondo partito e potendo reclamare – si vedrà se accontentato o no – la poltrona di vicesindaco o più assessorati pesanti. Resiste l’Upt (che però perde il vicesindaco uscente Alberto Bertolini) con l'11,3% e fa bene anche “Riva Bene Comune”, al 5,8% dei voti. Questo il quadro dal quale riparte Adalberto Mosaner per programmare i prossimi cinque anni. Il “peso” politico del Patt ne condizionerà alcune scelte, ma il consenso personale è tale da permettergli anche di farle controcorrente.

“La nostra serietà ha fatto la differenza”, commentava a caldo, sotto le finestre di Palazzo Pretorio, il sindaco. “Non abbiamo proposto progetti irrealizzabili ma un programma di cose da fare concreto e realizzabile. Questo abbiamo fatto negli ultimi cinque anni, questo abbiamo proposto agli elettori, che ci hanno scelto”. La nuova giunta si comporrà di sei membri (incluso il sindaco) e la maggioranza dovrebbe esprimere anche il presidente del consiglio comunale. Ma sono “lavori in corso” che Mosaner porterà a compimento in questi giorni varando l’esecutivo che dovrà governare la città del lago fino al 2020.

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