Partiti in crisi

Le elezioni premiano le liste civiche e penalizzano i partiti tradizionali

Sfiducia nei partiti tradizionali: questo in estrema sintesi il responso delle urne per le amministrative di Pergine, dove è stato riconfermato al primo turno il sindaco uscente Roberto Oss Emer con le varie liste civiche che lo appoggiavano.

Due anni fa, quando la consiliatura fu interrotta per la dimissioni dell'allora sindaco Silvano Corradi, i partiti di centro sinistra furono sconfitti, si disse, per un mancato accordo tra loro e la divisione portò inevitabilmente alla sconfitta. Per queste elezioni avevano lavorato per tempo, riuscendo a mettere in campo tempestivamente una coalizione guidata da Stefano Tomaselli, personaggio nuovo ma che nei diversi incontri della campagna elettorale aveva dato l'impressione di poter sostenere con capacità culturali e intellettive il complesso programma del centro sinistra.

Ma anche a Pergine si è fatta sentire con forza l'insofferenza dei cittadini verso i partiti che in questi anni hanno gradatamente perduto il contatto con l'elettorato, offrendo un'immagine fatta di scandali e intrallazzi. Non era certamente il caso di Pergine, ma i riflessi sono stati inevitabili. Così complessivamente la coalizione di centro sinistra ha perso circa dieci punti percentuali: quasi sei l'UPT, 1,9% il PD, 0,9 i Verdi, 1,3 il PSI. L'unico che ha tenuto è stato il PATT, cresciuto dello 0,5%. A poco è servito anche l'inserimento di una lista fiancheggiatrice, come “Pergine sostenibile”, che non è andata oltre l'1,6%.

Netta, invece, l'affermazione della coalizione che appoggiava il sindaco uscente: la “Civica per Pergine” è passata dal 13,8 al 19% conquistando 1905 voti, “Pergine città” ha raggiunto il 9,4% (+ 4,2%), “Patto per Pergine” ha chiuso sul 10,1% (+ 2%). A loro si sono aggiunte due nuove liste civiche: “Prospettiva futura” che ha incassato l'8,5% e “Pergiovane” con un 5,7%. Liste diverse, ma tutte contrapposte alla politica dei partiti e indirizzate verso un'amministrazione attenta ai problemi di giornata più che a impostazioni programmatiche a lungo termine.

“Premiata la concretezza e la capacità di stare in mezzo alle gente”, ha spiegato ai microfoni di Trentino inBlu Roberto Oss Emer. “Compito principale del sindaco è stare vicino alla gente, recepire i bisogni e le indicazioni che vengono dal basso. Ora ci aspettano altri cinque anni per cominciare a pensare a quello che potrà essere il futuro di Pergine”.

Fuori dai due schieramenti c'era solo la Lega Nord, in quanto il Movimento 5 Stelle, che nel 2013 aveva ottenuto il 4,6%, non si è presentato alle elezioni, così come Rifondazione Comunista che aveva ottenuto il 2,1%. La Lega Nord ha segnato un incremento del 2,1%, passando dal 4,7 al 6,8%: 240 voti in più che erano attesi sull'onda della crescita generale di questa forza trascinata da un Salvini che era arrivato anche a Pergine.

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