Piccoli segnali di cambiamento

Si va al ballottaggio a Bolzano, Merano e Laives. Perde consensi la Südtiroler Volkspartei. Male i partiti del centrodestra italiano e della destra tedesca, mentre si afferma la Lega e il M5S. Sorprese a Salorno e Dobbiaco

Bolzano – Elementi di continuità e di sorpresa nel voto altoatesino per il rinnovo dei consigli comunali e l’elezione diretta dei sindaci. In parte attesa a Bolzano la mancata designazione al primo turno del sindaco uscente Luigi Spagnolli, sostenuto, tra gli altri, da PD e SVP. Spagnolli si ferma al 41,6 per cento. Ora dovrà vedersela al ballottaggio di domenica 24 maggio con uno dei candidati della destra, Alessandro Urzì (12,7 per cento), e dovrà trovare nuove/vecchie alleanze a sinistra, anche se in questi giorni ha dichiarato che non cercherà accordi con i partiti prima del secondo turno. Poi si vedrà.

Uno dei dati più rilevanti di questa tornata elettorale è la perdita di consensi da parte della Südtiroler Volkspartei. Nel capoluogo il partito di raccolta scende dal 19,6 al 15,8 per cento. Nel complesso la Stella alpina cede ad altre liste almeno sette sindaci, pur rimanendo la forza politica fondamentale nella stragrande maggioranza dei comuni. Esce però sconfitta in particolare in quei centri periferici, come Vipiteno e San Candido, dove si è abbattuta nei mesi scorsi la mannaia della riforma sanitaria provinciale e dove si sono per questo moltiplicate le proteste della popolazione. Netto calo anche a Merano, dove il candidato sindaco Gerhard Gruber se la vedrà, tra due settimane, con Paul Rösch, espressione di una sua lista civica e dei verdi. I due hanno raccolto rispettivamente il 24,4 e il 22,1 per cento dei consensi. C’è spazio per soluzioni inedite e molto dipenderà dalle scelte di campo da parte del PD e delle liste civiche di centro. Saranno infine gli elettori meranesi a decidere e l’esito non è affatto scontato.

Si va al ballottaggio anche a Laives. A confronto la sindaca uscente Liliana Di Fede (centrosinistra), che ha ottenuto il 33,5 per cento dei voti, e Christian Bianchi (centrodestra), con un buon 29,5. In questo caso il partito di raccolta rappresenta l’ago della bilancia. È ampiamente prevedibile l’appoggio alla Di Fede nell’ottica di un futuro governo comune della città. A Bressanone, infine, il candidato SVP Peter Brunner ha superato al primo turno la metà dei voti ed è dunque già in carica.

Per il resto ne escono generalmente male i partiti del centrodestra italiano e della destra tedesca, mentre è notevole l’affermazione della Lega di Salvini e del partito di Grillo.

Tra le sorprese del voto amministrativo c’è quanto è accaduto in due comuni “di frontiera”. A Salorno, in controtendenza rispetto al resto della provincia, è stato eletto col 52,3 per cento Roland Lazzeri, il primo sindaco della storia del paese targato Stella alpina. Per converso a Dobbiaco, ai confini orientali, Guido Bocher è stato rieletto alla carica di primo cittadino a furor di popolo, col 77 per cento. Bocher, di lingua italiana, era emerso cinque anni fa a causa della frammentazione creatasi in casa SVP. Piccoli segni di un Alto Adige che cambia.

Resta preoccupante il calo della partecipazione al voto che non supera il 66,9 per cento. Disaffezione, sfiducia o semplicemente individualismo?

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