«Dolce dialetto»

SOMMARIO: All'autore e attore Massimo Lazzeri, con “Torta de pomi”, il premio Cofas riservato ai testi teatrali

Il deus-ex-machina del teatro S. Marco di Trento, al secolo Massimo Lazzeri, è il vincitore del concorso per autori teatrali 2015 promosso dalla Cofas (“grande madre” delle filodrammatiche trentine), nella categoria riservata alle scritture teatrali destinate al pubblico adulto. Su diciannove edizioni, in cinque è uscito vincente Lazzeri. Passando da testi per ragazzi a quelli per i più grandi. Quest'anno ci arriva però con una (per lui rilevante) novità: un lavoro in dialetto, dal titolo “Torta de pomi”. Ovviamente inedito, come tutti quelli presi in esame dalla giuria.

«Due anni fa – spiega Lazzeri al microfono di Michela Grazzi, in diretta a radio Trentino inBlu – Elio Fox disse a coloro che avevano partecipato al concorso che i testi dialettali usciti dal concorso erano scritti male. E se lo dice lui… Per questo chiesi alla Cofas se potevano organizzare qualcosa. Non ne fecero proprio un corso, ma Fox diede delle direttive che, accanto al suo recente vocabolario, ho trovato utilissime per affinare il mio modo di scrivere in dialetto.

Una bella sfida, abituato al teatro in italiano e talvolta in lingua straniera nelle esperienze all'estero?

Non è una sfida, ma una cosa naturale. E' un testo nato in dialetto. Nel senso che è stato pensato in dialetto, prima di essere scritto. Non era possibile farlo in italiano. C'è molto di me in questo testo: il dialetto lo parlo, soprattutto quando mi altero. Ma ci sono espressioni che non avevano alternative in lingua. Ad esempio: “L'è levà col cùl descoèrt”. Trovatemi un'espressione analoga in italiano!

“Torta de pomi”: il titolo cosa lascia pregustare?

Ne è uscita una storia ambientata in una cucina, con una nonna e quattro nipoti che dialogano tra loro. L'ho pensata con un vero forno sul palco, messo in funzione per cuocere davvero una torta. Mi piaceva l'idea di coinvolgere anche l'odorato, un senso che in teatro non viene mai stimolato. Quindi la torta viene fatta, cotta e mangiata veramente. Sperando riesca, cosa non scontata.

Come non è scontato il rapporto tra le filodrammatiche e i testi che escono dal concorso…

La Cofas in effetti organizza il concorso per invogliare le filodrammatiche a rinnovare il loro repertorio. Devo dire che le compagnie fanno sempre fatica a provare strade nuove, nuovi autori. So che la Cofas sta pensando ad introdurre un qualche incentivo per invertire la tendenza.

Lazzeri, sta già lavorando per arrivare in breve alla messa in scena?

Incontro in questi giorni alcuni attori e comincio a fare provini. Sto iniziando ad esempio con la nonna che immagino attorno ai settantacinque anni. L'attrice individuata me ha una sessantina, ma con un trucco adeguato… Poi mi servono quattro nipoti tra i 28 anni e l'età dell'adolescenza, che parlino bene il dialetto, non sarà facilissimo. Comunque sarà un testo rappresentato in modo molto semplice come se portassimo il pubblico a casa di questa nonna. L'allestimento avviene al San Marco, ma non è così scontato che vi si faccia anche la “prima”. (a cura di pi.fra.)

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