Una Chiesa in uscita

L'opera dei Martiri Anauniesi, festeggiati venerdì scorso a Sanzeno, ben presto fu conosciuta anche lontano e si trasformò in azione missionaria

“Uno si era dedicato in particolare alla carità, uno all'annuncio, uno alla celebrazione. Per noi Sisinio, Martirio e Alessandro sono ancora dei riferimenti, da seguire e da imitare”. Così don Agostino Valentini ha indicato l'attualità dei Martiri Anauniesi ricordando venerdì scorso nella Basilica di Sanzeno il sacrificio dei tre missionari provenienti dalla Cappadocia, il 29 maggio dell’anno 397 d.c.

E' stato il parroco di Mezzocorona a presiedere l'Eucaristia solenne insieme ad altri confratelli sacerdoti, perché spettava alla comunità rotaliana il turno dell'offerta dell'olio per la lampada votiva (da parte del sindaco Mattia Hauser) e la guida del pellegrinaggio che ha raggiunto la Basilica assieme a quelli di altre parrocchie nonese.

“Qui oggi siamo Chiesa, provenienti da paesi diversi e da Milano – ha sottolineato don Valentini nell'apertura dell'omelia – ma tutti eredi di una grande storia qual è stata quella dei tre martiri anauniensi. Le loro opere non ebbero valenza solo locale: l’eco si è fatta sentire sino in Africa, dove Sant’Agostino nel corso di una celebrazione ha espresso misericordia per la comunità di Sanzeno che aveva implorato l’imperatore di risparmiare i tre missionari ed anche in Turchia con San Giovanni Crisostomo, patriarca di Costantinopoli, che chiese alcune reliquie per rinnovare la fede della sua gente”.

Altre reliquie vennero anche inviate a Milano da parte del vescovo Vigilio poiché il vescovo del capoluogo lombardo voleva per la sua chiesa “la stessa sorte della chiesa di Trento”.

E’ così che si è diffusa fin dai primi secolo l'idea della missione, di una Chiesa aperta al mondo nella quale ognuno è chiamato a fare la propria parte: “Siamo la Chiesa del Signore – ha osservato don Agostino – una Chiesa in uscita, proprio mentre a Milano in qeusto periodo si apre anche la Chiesa al mondo in occasione dell' Expo”.

Stretto è il legame tra la Chiesa di Milano ed i Martiri Anaunesi poiché è stato proprio il vescovo lombardo Sant’Ambrogio a formare e poi ad inviare in Trentino Sisinio, Martirio ed Alessandro. E alla fine degli anni Sessanta è stata fondata a Milano la parrocchia dei Martiri Anauniensi, affidata a sacerdoti trentini, dalla quale è venuto quest'anno in valle di Non per le celebrazioni del 29 maggio un gruppo di 28 pellegrini. Hanno espresso nella preghiera la profonda relazione che li lega alla comunità trentina e con grande simpatia hanno ricordato don Giuseppe Betta ed i suoi coadiutori che si sono distinti per avere diffuso una Chiesa moderna, già molto aperta ai laici negli anni settanta. A ricordo della loro giornata a Sanzeno hanno ricevuto l'icona dedicata ai Tre Martiri.

L’olio per la lanterna che arderà per i Santi martiri quest’anno è stato donato dall’antica pieve di Mezzocorona rappresentata dal primo cittadino Mattia Hauser.

All'offertorio, accanto al pane e al vino, erano stati portati anche due quadri e due lampade ad olio consegnati alla parrocchia di Milano ed alla parrocchia di Mezzocorona che, a sua volta, ha dato un offerta per l’acquisto dell’olio della lampada permanente. Parole di ringraziamento sono state espresse anche dal parroco di Sanzeno don Giorgio Silvestri che ha avvicinato la vicenda dei martiri alla condizioni di tanti cristiani nel mondo che vivono persecuzioni o divisioni. Accanto alle forze vive del volontariato anauniese era presente anche il sindaco di Sanzeno Paolo Pellizzari che ha consegnato una targa a don Agostino Valentini.

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