“Un gruppo laborioso e coeso”

Riabilitazione personale e reinserimento sociale: tra i progetti per gli ospiti di Casa Giano, anche il rilancio della coltura olivicola

Esistono più modi di suscitare e trasmettere emozioni, e gli ospiti di Casa Giano li hanno imparati anche coltivando la terra. Con modestia e profondo rispetto per la natura, rinvigoriti da una passione sbocciata da poco per l’olivicoltura. In un territorio pedemontano che regala punte di eccellenza in quanto a olio extravergine d’oliva: è Santa Massenza, l’area che rappresenta la penetrazione più settentrionale delle drupe a livello continentale, oltre il 46° parallelo di latitudine. È qui, come nell’Alto Garda, che il tenore di acido oleico nel frutto è massimo e conferisce il meglio di sé.

Quattro gli ettari di superficie agricola utilizzata di proprietà della Mensa vescovile di Trento sui quali lavorano giornalmente, specie durante la stagione calda, sei o sette persone che dimorano a Casa Giano, non distante dal paese di Santa Massenza, oltre a una decina di giovani della cooperativa sociale “La Rete” che imbracciano giulivi attrezzi da orto e giardino almeno due volte alla settimana.

Tra le piante d’olivo sparse a ridosso della boscaglia come tra i ciliegi, i meli e gli albicocchi, i filari di pomodori tondi e di taccole, le file di cavoli cappucci e di insalata romana oppure nell’ettaro di vigneto a conduzione biologica. Interamente a mano, con l’ausilio sporadico della sola trattrice e della motozappa. La struttura, gestita dal Centro Trentino di Solidarietà, è di tipo residenziale per pazienti a doppia diagnosi e opera in una logica di collaborazione e di rete con il servizio sanitario e con il Centro di salute mentale, il Servizio alcologico, quello per le tossicodipendenze, ma pure altri ambiti socio educativi minori.

Il tutto all’interno di un programma di riabilitazione personale mirato al reinserimento sociale che sta facendo di Casa Giano un modello di socialità. “Stiamo lavorando per fare di questo posto non tanto un’azienda agricola con animali e piantagioni diverse, ma un luogo di cura perché tutte le proposte hanno obiettivi terapeutici ed occupazionali”. L’aspirazione, per bocca del responsabile organizzativo del Cts onlus Antonio Simula, si concretizza anche nel rilancio della coltura olivicola e l’operatore Stefano Pedrotti, contadino autodidatta, punta l’indice verso una parte dei 160 giovani ulivi messi a dimora da alcuni anni, eccezion fatta per quattro maestosi esemplari trecenteschi all’ombra del caseggiato. Hanno fruttificato per la prima volta lo scorso autunno: sessanta chili di drupe (solo un terzo del raccolto complessivo risparmiato dall’invasività della mosca olearia) equivalenti a otto litri di spremuto. Motivo di vanto e ragione ulteriore per aver aderito, quattro mesi fa, come associazione nell’associazione ”Amici Olivo Estremo Valle dei Laghi” che raggruppa 113 soci della Valle dei Laghi, Basso Sarca e Garda trentino. Quelli di Casa Giano guardano avanti e proveranno a superare le quantità d’olio già con il prossimo raccolto. Pedrotti ci scommette. Dalla sua ha un “gruppo laborioso e coeso” pronto a dare una mano a coltivare la terra come terapia per la felicità.

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