Ettore Castiglioni, ciak dal Rolle al Fedaia

A giorni, tempo permettendo, inizierà a passo Rolle il primo ciak del docufilm dedicato alla figura del grande alpinista Ettore Castiglioni. La troupe poi si sposterà in Valle di Fassa, nella zona di Fedaia, per continuare le riprese dedicate a una delle figure più complesse e rappresentative dell'alpinismo nel periodo compreso tra le due guerre.

Rampollo di una ricca famiglia milanese nacque, per motivi del tutto casuali, a Ruffrè a ridosso del passo della Mendola. Laureato in giurisprudenza, amante della musica e dell'arte, iniziò ad arrampicare giovanissimo in Dolomiti e la sua passione per le scalate lo portò ad aprire più di 200 vie nuove nell'intero arco alpino. Esplorò non solo le Dolomiti di Fassa, le Pale di San Martino e le Dolomiti di Brenta ma anche montagne come la Presolana e il Pizzo Badile, di cui salì per la prima volta la parete Nord Ovest con Vitale Bramani.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, svestita la divisa da ufficiale dell’esercito dopo l'8 settembre, aiutò perseguitati ed ebrei a fuggire dall’Italia attraverso i passi di montagna. Con un gruppo di ex-commilitoni aveva infatti organizzato un nucleo partigiano in una malga sull'Alpe Berio in Valpelline. La posizione strategica a ridosso del confine italo-svizzero e l'esperienza alpinistica del gruppo permise di mettere in salvo, oltre confine, centinaia di antifascisti, tra i quali Luigi Einaudi, ed ebrei perseguitati dalle leggi razziali fasciste.

Proprio lungo quella linea di confine tra l’Italia e la Svizzera, Castiglioni affronterà la scalata più impegnativa. Arrestato mentre si trovava clandestinamente in Svizzera venne privato degli scarponi e dei suoi indumenti di montagna per evitarne la fuga. Nonostante questo scappò alla gendarmeria elvetica scavalcando di buon mattino le Alpi attraverso il passo del Forno. Privo di adeguati capi da montagna si accasciò sfinito nella neve a pochi metri dal confine italiano. Tragico epilogo per un uomo generoso e libero.

Attorno a questi episodi ruota la sceneggiatura del docufilm scritta da Marco Albino Ferrari, direttore della rivista Meridiani montagne che a Castiglioni ha dedicato il volume “La storia di Ettore Castiglioni. Alpinista, scrittore, partigiano” (Tea editore). Il progetto conta sul sostegno di numerosi soggetti istituzionali come la Trentino Film Commission, il Centro di cinematografia e Cineteca del Cai Centrale, la Sezione Cai/Sem (Società alpinisti milanesi), la Sat (società alpinisti tridentini), il Credito Valtellinese, la Bimlago di Como.

Il docufilm sarà prodotto da Giuma di Trento (i trentini Giuliano Torghele, Livio Barbieri e il milanese Ugo Pozzi), in collaborazione con Studio All Image e Avila. A vestire i panni dell’enigmatico Ettore Castiglioni è stato scelto Stefano Scandaletti, trentottenne padovano, apprezzato interprete di teatro, fiction tv e cinema. Ettore Castiglioni sarà raccontato dentro le montagne e nei luoghi che lo videro protagonista: valle di Fassa e Primiero ma anche in Valtellina, a Milano, in Svizzera e in Valle d'Aosta.

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