Carta viticola digitale

La biblioteca della Fondazione Mach ha ricostituito e messo in rete una copia pressoché integrale della carta viticola (1951-1954), documento fondamentale per la vitivinicoltura trentina

Lo scorso 29 giugno nella sala conferenze della Fondazione Caritro di Trento si è svolta la cerimonia di presentazione al pubblico di una copia della Carta viticola pubblicata agli inizi degli anni ’50 e del volume di Alberto Ianes “La viticoltura trentina e la sua Carta viticola”. Il lavoro di riordino e digitalizzazione dell’opera originaria è stato realizzato dal team di addetti alla biblioteca della Fondazione Mach coordinato da Alessandra Lucianer. Hanno dato supporto finanziario la Cassa Centrale Banca e Cavit. La copia digitale è costituita da 180 fascicoli dei comuni viticoli più tre raccolte riassuntive di produzioni e superfici vitate e altri materiali a corredo.

Da segnalare la collaborazione del Consorzio Vini Trentini e della CCIAA per la messa a disposizione di parte del materiale originario ed il supporto scientifico della sovraintendenza per i beni culturali.

Il lavoro è nato dalla partecipazione della biblioteca FEM a un bando 2014 della Fondazione Caritro per progetti di riordino e valorizzazione degli archivi.

La messa in rete del ponderoso elaborato consentirà a quanti lo desiderano di prendere visione di un documento (la Carta viticola) fondamentale per la vitivinicoltura trentina. Il libro di Alberto Ianes servirà da complemento per far capire meglio il contesto temporale nel quale è nata la Carta viticola. La biblioteca della FEM ha inteso anche rendere omaggio agli autori della Carta viticola: Rebo Rigotti morto nel 1971 e Ferdinando Tonon ultranovantenne ancora in vita. Ricercatore prolifico e pragmatico in molti campi soprattutto in quello della genetica applicata il primo; segretario del Comitato vitivinicolo trentino e profondo conoscitore della vitivinicoltura trentina il secondo.

Rebo Rigotti e Ferdinando Tonon hanno lavorato insieme in due periodi: dal 1937 al 1945 presso la Stazione sperimentale agraria di S. Michele e dal 1951 al 1954.

Nel primo periodo Tonon è stato collaboratore di campagna di Rebo Rigotti, avendo da poco conseguito il diploma di agente rurale presso l’Istituto agrario provinciale di S. Michele. Nel secondo da coautore della Carta viticola. Due figure complementari per attitudini e competenza.

Dopo la seconda guerra mondiale la viticoltura trentina dovette superare un momento di grave crisi produttiva e commerciale. Per affrontare le problematiche di carattere economico e tecnico che condizionavano la produzione vitienologica trentina messa in difficoltà anche dai gravi mutamenti avvenuti nella piattaforma ampelografica (gravi danni provocati dalla guerra e dalla filossera), all’inizio degli anni ’50 il Comitato vitivinicolo provinciale ritenne opportuno aggiornare e rifotografare la situazione per indirizzarla verso nuovi traguardi di qualità e di mercato affidando l’incarico di allestire una Carta viticola alla persona indiscutibilmente più adatta: Rebo Rigotti.

L’affiancamento di Ferdinando Tonon fu conseguente alla scelta. Nel volume “Esperienze e Ricerche” relazioni tecniche sull’attività sperimentale svolta dal 1947 al 1954 edito dalla Stazione sperimentale di S. Michele troviamo un capitolo (pagg. 277-288) dedicato appunto alla Carta viticola. Lo stesso Rebo Rigotti, assunto alla Stazione sperimentale dal prof. Enrico Avanzi nel 1936, spiega perché l’incarico della Carta viticola è stato affidato a lui. “Il compito di impostare ed eseguire questa indagine ci è stato affidato in quanto anni addietro durante la nostra attività di ispettore delle cantine, avevamo condotto a termine e pubblicato un lavoro analogo (vedi Rebo Rigotti: “Rilievi statistici e considerazioni sulla viticoltura trentina” stabilimento di arti grafiche A. Scotoni – Trento, anno 1932).

L’impostazione della carta viticola e la sua esecuzione, fino al trasferimento dei dati nella documentazione conclusiva con l’ausilio di testi, fotografie e colori distintivi sono descritte con la stessa lucidità, ordine e rigore che traspaiono dalla fotografia di Rebo Rigotti seduto alla scrivania sulla quale nulla è fuori posto, ma nulla neppure manca. Chi come uno di noi ha avuto la fortuna di entrare in quello studio per consultare gli incartamenti relativi alla viticoltura del perginese e rilevare alcuni dati indispensabili per la tesi di laurea sul ragnetto giallo della vite in Alta Valsugana può capre e apprezzare più di altri la grandezza e l’umiltà gigantesca di Rebo Rigotti.

All’inizio del capitolo scrive :”Annoveriamo fra le sperimentazioni varie l’elaborazione della Carta viticola della provincia di Trento che, pur senza abbandonare le nostre ricerche in campo, abbiamo iniziata in quest’annata (1951) e condotta a termine in due anni di non lieve lavoro”.

Concludiamo dicendo che sarebbe utile confrontare la Carta viticola ricostituita a messa in rete dalla FEM con il progetto PICA di Cavit al quale purtroppo è mancata finora una adeguata divulgazione a portata anche dei non addetti alla viticoltura ed enologia trentina.

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