Con gli infermi, in guerra e in pace

Una delegazione dell'Ordine di Malta con il Gran Maestro Festing sulla linea del fronte della prima Guerra Mondiale. Cerimonie al comune di Lavarone, al cimitero militare di Slaghenaufi, a Casa Serena e alla Campana ai Caduti di Rovereto

Con la sottoscrizione del protocollo di adesione alla Fondazione dell'Opera Campana dei Caduti sul Colle di Miravalle a Rovereto, da parte del Gran Maestro frà Matthew Festing e il vicereggente Lorenzo Saiana domenica 5 giugno si è conclusa la visita di tre giorni della delegazione dell'Ordine Malta sugli Altipiani di Lavarone e Folgaria, teatro di aspri combattimenti durante la Grande Guerra.

La cerimonia di Rovereto è stata preceduta dalla messa celebrata da mons. Valentino Cocco, cappellano della stessa istituzione. L'alzabandiera, in un clima di grande emozione e sotto un sole cocente con il canto dell'inno di Mameli eseguito dal Mini Coro ha coronato il fitto programma di incontri per la ripresa di un cammino comune iniziato nel 1940 e troncato nel 1968, quando l'Opera della Campana assunse la veste di ente morale. La visita a Lavarone ha avuto lo scopo, nel centenario dello scoppio del conflitto, di rendere onore alle migliaia di soldati che hanno perso la vita sul fronte austro-ungarico e italiano e omaggio a medici e infermieri dell'Ordine di Malta che sugli Altopiani di Lavarone-Folgaria e della Vezzena si sono prodigati nei soccorsi, cura e assistenza dei feriti, (militari e civili), negli ospedali e nei vari ambulatori intervento. Ben quattro i centri ospedalieri, approntati sin dalle prime ostilità e rafforzati nel 1915 con l'entrata in guerra dell'Italia, quelli funzionanti per i quattro anni di scontri con decine di infermiere e chirurghi, molti dei quali di alto lignaggio. La loro professionalità e zelo è confermata da moltissime testimonianze storiche di sopravvissuti, da diari, lettere resoconti di cronaca e scatti fotografici, moltissimi dei quali raccolti, negli anni, dai Centri di documentazione storica di Folgaria e di Luserna. La delegazione è stata accolta nel municipio di Gionghi di Lavarone dal sindaco Isacco Corradi e dalla Giunta, nonché dall'assessore provinciale Tiziano Mellarini. Corradi ha voluto ringraziare quanti donano il loro tempo agli altri, volontari, che tra l'altro, si sono prestati nell'organizzazione della manifestazione.

Al cimitero militare di Slaghenaufi c'era una folla di residenti, di turisti e rappresentanti di molte componenti del volontariato locale, frammisti ai volontari dell'Ordine di Malta giunti da Bolzano, Verona e Vicenza, dei gruppi d'arma operativi e in congedo, con i vertici provinciali della Benemerita. La riflessione è stata proposta dall'arcivescovo Luigi Bressan nell'omelia della Messa, concelebrata con i parroci di Lavarone don Piergiorgio Malacarne e di Folgaria don Gabriele Bernardi. La cura degli infermi – ha sottolineato Bressan – per il cristiano rientra nel mandato missionario ai settantadue discepoli e ai dodici apostoli, attraverso parole che indicano sia il “restituire la salute” che il “purificare dalla malattia, il salvare e sciogliere dalla fragilità del male” e l'essere coinvolti con l'infermo come il Samaritano. Nell'esplicazione storica di questa missione, il celebrante ha indicato la presenza dei cristiani sin dai primi tempi della Chiesa accanto agli ammalati, l'istituzione di un sacramento specifico come l'unzione degli infermi e la nascita dei primi centri di cura, attività che si è diffusa in tutt'Europa, coinvolgendo i conventi medioevali e molti ordini e congregazioni religiose.

Oggi la Chiesa cattolica sostiene il servizio sanitario con 11 mila ospedali e altrettante case di cura laddove ci sono carenze dei governi o integrando l'attività pubblica. Fra le istituzioni benemerite Bressan ha citato gli ospizi di San Basilio, l'asylum di San Vigilio per infermi e pellegrini, istituzione fatta propria dai suoi successori, i Camilliani, la Croce Rossa, sin dalla sua prima Convenzione nel 1864 sostenuta dalla Chiesa e dalla Diocesi di Trento e il Sovrano Militare Ospedaliero Ordine di Malta (Smom). A cavallo tra il 1800 e il 1900, due trentini eletti ai vertici dell'istituzione, Frà Giovanni Battista Ceschi a Santa Croce, erede di palazzo Ceschi in Piazza Fiera, ora sede vescovile e Frà Galeazzo Maria della famiglia dei Thun e Hohenstein, contribuirono a rafforzare la missione assistenziale e sanitaria dell'Ordine, impegnando lo Smom in varie nazioni in guerra e sui fronti militari durante il primo conflitto mondiale. Ricordata in quest'occasione l'infermiera viennese, contessa Edina Clam Gallas Winkelbauer, la quale ha prestato il suo servizio negli ospedali degli Altipiani e in Galizia e ha donato a Folgaria un prezioso patrimonio fotografico e le sue lettere dal fronte riportate in un volume presentato all'inaugurazione del “Percorso dell'Ospedale 'Malga Belem'”, seguito alla messa. All'evento hanno presenziato due nipoti della contessa, Christine Kelly e Lori Parkinson, giunte dall'Inghilterra e dagli Usa. Il profilo della nobildonna Edina è stato tracciato dalla nipote Christine ricordando il suo arrivo a Folgaria all'età di 25 anni nel 1915, il suo successivo trasferimento in Galizia e il ritorno a Lavarone, presso l'ospedale Slaghenaufi che con i nosocomi di Villa Pasquali e Malga Belem disponeva di un'unità chirurgica. L'intero corpo medico si ritirò dalla zona l'1 novembre 1918. La nobildonna convolò poi a nozze con il chirurgo che assistette in guerra. Uno dei suoi figli cadde sui campi di battaglia nella seconda Guerra Mondiale.

Al rientro in città Frà Festing ha voluto visitare Casa Serena, dell'Anffas destinataria di alcuni aiuti della sua organizzazione, accolto dagli ospiti, dalla dirigenza dal personale di assistenza e dai volontari che operano nella struttura. Infine l'intera delegazione è stata ricevuta da Bressan in episcopio nella cappella Ceschi, dal cognome del Gran Maestro dal 1872 al 1905 Giovanni Battista Ceschi, dove sono presenti due raffigurazione del logo dell'Ordine di Malta e dove la giornata si è conclusa con un incontro di preghiera.

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Mille anni di storia

Fondato nel 1048 in Terra Santa come Ordine di San Giovanni (il Battista) di Gerusalemme per l'assistenza ai pellegrini, l'Ordine di Malta ha prestato il suo servizio sempre a fianco dei più deboli, esponendosi in occasione dei conflitti sui campi di battaglia (Crociate, guerre contro gli Ottomani, Lepanto) nell'assistere i feriti.

Ora ha sede a Roma ed è presente in 120 Paesi, vanta 18 mila dipendenti, 80 mila volontari, 1900 attività organizzate tra ospedali, centri infermieristici e sociali, case di cura e per disabili, mense per i poveri: un bilancio complessivo di 1 miliardo e mezzo di euro. In Germania accanto a 14 ospedali, l'Ordine di Malta ha attivato 40 case per profughi, in Francia una ventina di ospedali e 17 case per anziani e disabili, in Africa 8 ospedali. In Medio Oriente a Betlemme una struttura per l'infanzia accoglie 3500 bambini di tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo. In Iraq, Siria, Turchia, Libano opera a favore dei rifugiati in collaborazione con la Mezzaluna araba. A Verona, Vicenza e Trento l'Ordine di Malta è presente con 70 cavalieri, tra i quali Tommaso Sussarellu, Carlo Guerrieri Gonzaga e mons. Luigi Bressan, un centinaio di volontari e tre gruppi di soccorritori del Cisom (Corpo italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta).

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