Fraternità spettacolare

Il popolo di Nomadelfia danza anche in Trentino e racconta una società ispirata al Vangelo

Era il 1989. Giovanni Paolo II chiese di fermarsi al km. 8 della Statale Grosseto-Siena. “Ho visto una parrocchia che si ispira al modello descritto negli Atti degli Apostoli”, disse facendo ritorno a Roma. “Questa – aggiunse mostrandosi particolarmente colpito – è una società che prepara le sue leggi ispirandosi agli ideali predicati da Cristo”. La tappa toscana di Papa Woytjla era Nomadelfia, la città-comunità, fondata da don Zeno Saltini, dove – dice il nome greco – la fraternità è legge.

A Nomadelfia fanno riferimento al Vangelo tutte le norme che regolano la vita personale, familiare e comunitaria. Un paese di circa 300 persone, 60 famiglie in tutto, dove non circola denaro e i beni sono in comune. Per lo Stato Italiano Nomadelfia è un'Associazione Civile ed una Fondazione, ed il lavoro è organizzato sotto forma di cooperativa. Per la Chiesa è una parrocchia comunitaria ed una "Associazione privata tra fedeli".

Con uno spiccato spirito missionar/promozionale: Nomadelfia punta infatti da sempre a farsi conoscere all'esterno. Lo fa in particolare con uno spettacolo itinerante, una vera tournée della fraternità, prossima in occasione del compimento dei 50 anni ad approdare anche in Trentino (vedi dettaglio località).

Cuore della versione spettacolare dei “figli” di don Zeno, protagonisti nella vita come sul palco, danze e figurazioni acrobatiche eseguite soprattutto dai giovani, un video che ne descrive storia e quotidianità e un messaggio di fraternità presentato dal vivo.

Lo spettacolo nel suo tradizionale format, sembra voler suggerire i valori universali su cui impostare le relazioni umane, contrapponendo all’individualismo, la fraternità; alle logiche economiche, la giustizia sociale; al pessimismo sul futuro, la speranza di un mondo migliore.

Per celebrare il mezzo secolo di vita, lo spettacolo propone quest'anno delle novità: “Una ventina di presentatori – spiegano gli organizzatori – interagiscono donando alla serata una vivacità ricca di stimoli e presenta una danza in stile moderno che trova impegnati tutti i giovani di Nomadelfia, che esprime “l’Onda” di un popolo che vuole vivere la fraternità”. “La forza del messaggio – aggiungono – consiste proprio nella testimonianza di ciò che si cerca di vivere. La proposta che potrebbe emergere, animati dalla fiducia di un futuro migliore è di divenire costruttori di reti di fraternità, per creare un mondo più giusto”.

Un fascino che sembra resistere, immutato, a distanza di 50 anni: non a caso, il popolo di Nomadelfia continua a riempire le piazze. E dopo oltre mille repliche ha ampiamente superato il milione di spettatori. Tra i quali si annovera anche San Giovanni Paolo II che, dopo quella fugace visita, li volle un giorno sul palco a Castelgandolfo.

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