Spesso quando si cresce con loro si diventa più forti

Tutti i fratelli, disabili e non, hanno bisogno di crescere insieme, in certi momenti di rifiutarsi o allearsi in una complicità a volte molto forte. E' il messaggio positivo sviluppato da Alessia Farinella, pedagogista docente a Torino, nel fresco saggio pubblicato dalle Edizioni Erickson di Trento dal titolo “Siblings. Essere fratelli di ragazzi con disabilità”. I genitori qualche volta possono credere che il figlio disabile sia sempre più fragile e per questo debba venire protetto molto più degli altri figli. Invece qualche discussione li aiuta a crescere avvantaggiandoli nei rapporti interpersonali. In particolare la presenza di un fratello con disabilità rende spesso gli altri fratelli e l'intera famiglia più forti di fronte alle difficoltà del quotidiano.

“Siblings”, arricchito da una ricca bibliografia e molte efficace nella divulgazione, tiene in equilibrio teoria e prassi, alterna le novità della ricerca scientifica alle storie di vita. Spicca un estratto di “Pulce non c’è” (Einaudi 2009), il libro di Gaia Rayneri su una ragazzina tredicenne e la sorellina autistica. A volte accade che chi soffre di handicap, soprattutto gravi, sviluppi comportamenti non sempre facili da comprendere e da spiegare. I genitori allora diventano importanti e per primi in caso di disagi dei figli non disabili devono invitarli a parlarne. Però non sempre è facile. Anche perché, come succede anche nelle normali relazioni fraterne, i rapporti cambiano in base alle diverse età della vita. Infatti, se nella prima infanzia si gioca molto insieme, nell'adolescenza iniziano i rapporti con gli altri coetanei, esterni al nucleo familiare e i fratelli possono restare validi confidenti, ma non sono più gli unici riferimenti. Nell'età adulta, quando si formano nuove famiglie, i fratelli spesso rimangono in contatto e nel ruolo di zii aiutano a educare i nipoti. In presenza di fratelli con disabilità ci sono tali dinamiche, con qualche preoccupazione in più. Quella, ad esempio, di essere gli unici a dover sostituire i genitori nella cura del fratello disabile. Anche per questo sono nati specifici gruppi di supporto, rivolti ai fratelli di ragazzi con disabilità, omogenei per età. Servono a condividere emozioni e vissuti e qualche volta a far nascere belle amicizie.

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