“Valdastico nord, i nostri sette no”

Beppo Toffolon (Italia Nostra): “La Valdastico è un'opera inutile e dannosa”

“Ma davvero c’è qualcuno che pensa che i pendolari da Borgo e dall’Alta Valsugana, arrivati all’altezza di Levico Terme, lascerebbero la statale 47, imboccherebbero un casello e si infilerebbero in dieci chilometri di galleria, sbucando a sud di Trento, per di più pagando un pedaggio? Per risparmiare quanto tempo? No, non è credibile”. Eppure, è questo lo scenario disegnato dall’ultima proposta di prolungamento dell’autostrada A31 “Valdastico” tra il Vicentino e Trento, con un tracciato in galleria che sboccherebbe all’altezza del casello di Trento sud per innestarsi nell’autostrada del Brennero e una nuova bretella di collegamento con la Valsugana all’altezza dei laghi di Caldonazzo e Levico. “No, non è credibile”, ripetono le associazioni ambientaliste che da anni insistono: “La Valdastico è un’opera inutile e pure dannosa”.

Italia Nostra, Cipra, Mountain Wilderness, Legambiente, Inu, Pan Eppaa, Lipu e WWF hanno ribadito le loro ragioni martedì 4 agosto presentando alla stampa i loro “7 motivi per non trasformare il Trentino in un corridoio per i Tir”.

Proprio nelle stesse ore, illustrando ai consiglieri regionali il provvedimento che rivede le norme in materia di lavori pubblici di interesse regionale e di infrastrutture di trasporto, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, assicurava: “Al Veneto servono meno nastri d’asfalto e più opere di difesa idrogeologica” e annunciava la volontà di riconsiderare il “pubblico interesse” di Grandi opere pensate in anni ormai lontani: opere come la Nuova Valsugana tra Castelfranco Veneto e il confine nord della Valbrenta bassanese, che riverserebbe grandi volumi di traffico sulla Valsugana e la cui realizzazione potrebbe ora essere rimessa in discussione; a patto, è il ragionamento di Zaia, che trovino concretezza le recenti aperture della Provincia di Trento e del ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, all'ipotesi di prolungamento a nord della Valdastico. Un “sì” da parte della Provincia di Trento sarebbe peraltro condizionato proprio dall’abbandono definitivo di qualsiasi ipotesi di realizzazione della Nuova Valsugana.

E’ un “baratto”, quello tra Nuova Valsugana e Valdastico nord, che agli ambientalisti proprio non piace, contrari a soluzioni che, tra l’altro, dicono, vanno contro lo spirito della nuova legge urbanistica recentemente approvata, che privilegia il risparmio di suolo. “Qui invece siamo di fronte a una proposta che comporta, con la previsione di due svincoli e di una bretella tra Levico e Pian dei Pradi, il consumo di rilevanti superfici agricole e naturali”, spiega l’architetto Beppo Toffolon, presidente della sezione di Trento di Italia Nostra.

“Queste compensazioni che si vorrebbero ottenere sotto forma di 'bretelle' per la Valsugana e sbocchi sulla valle dell'Adige non solo sono altrettanto inutili e forse anche più dannose dal punto di vista ambientale e paesaggistico rispetto alla Valdastico nord, ma rischiano di rimandare sine die la soluzione dei problemi viabilistici della Valsugana, che invece sono per noi prioritari”, ammonisce Toffolon.

La sistemazione definitiva della viabilità della Valsugana, con l'eliminazione dell'imbuto all'altezza della delicatissima zona dei laghi di Levico e di Caldonazzo, dove la statale 47 passa da quattro a due corsie per i due sensi di marcia, a detta delle associazioni firmatarie del documento richiede risorse “incomparabilmente minori della realizzazione della Valdastico Nord”, la sua utilità “di gran lunga maggiore” e i danni ambientali e paesaggistici “pressoché inesistenti, al confronto”. Si tratterebbe infatti di completare l'ampliamento a quattro corsie della statale della Valsugana, secondo due possibili tracciati, entrambi in galleria: o sotto il colle di Tenna, oppure sotto la Panarotta.

Perché allora insistere nel proporre la realizzazione di un'opera, la Valdastico nord, che “avrebbe effetti trascurabili sulla riduzione del traffico in Valsugana” e che “è priva di convenienza economica”, è la domanda – retorica – delle associazioni ambientaliste? La Valdastico, concludono, “è inutile, oltre che dannosa dal punto di vista paesaggistico e ambientale”.

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