Ora la malga rivive

Da quattro anni in val Nambrone i giovani dell’Operazione Mato Grosso propongono un’esperienza di condivisione settimanale

Incontrare una malga chiusa, dismessa – tanto più nel cuore di un pascolo ricco come quello dei laghi di Cornisello nell’alta val Nambrone, laterale della Rendena – mette tristezza. E’ come una sconfitta per la zootecnia, la resa all’invasione del bosco, la rinuncia ad un lavoro duro ma prezioso per conservare la coltura, ed anche la cultura, delle terre alte.

“Perché non proviamo a gestirla noi, questa malga?” si sono detti quattro anni fa alcuni giovani del vivace gruppo rendenese dell’Operazione Mato Grosso, sostenuti nella sfida dal successo di altre iniziative coraggiose come i campi di lavoro (anche quest’anno molto attivi in valle) o la gestione di rifugi in altre zone alpine.

Il Comune di Carisolo ha dato loro fiducia e – grazie alla disponibilità dell’allevatore gestore, che continua a dare ai giovani anche un supporto tecnico per condurre la malga – per la quarta estate è tornata la vita a malga Ploze, 2 mila metri di quota. E che vita intensa perché i turni settimanali dalla domenica sera al sabato vedono alternarsi gruppi di giovani in una condivisione semplice ed essenziale, ritmata sui tempi delle mungiture e della lavorazione del latte. In mezzo ci stanno la raccolta di frutti di bosco, la produzione di oggetti in lana e altri lavoretti a mano, la cura dei sentieri e dei pascoli. A incorniciare le giornate due momenti di comunità: la riflessione mattutina gestita a turno da tre giovani e il “Buonanotte” con la tisana, una verifica in cui si richiama il senso di questa condivisione con i poveri dell’Operazione Mato Grosso ai quali vanno tutti i proventi dell’attività estiva.

“Ma la finalità principale sta nella scoperta che una vita semplice è fraterna è possibile… che prima ancora di aiutare i poveri lontani dobbiamo saper voler bene alle persone che abbiamo accanto. E questo può essere l’inizio di un cambiamento di vita”. L’esperienza compiuta rafforza le parole di Marta (insegnante) e Maria (infermiera) Cominotti, le due sorelle di Roncone, ora trasferite a Brescia, che sono punto di riferimento per altri amici dell’OMG nell’animare quest’estate decisamente alternativa: vi partecipano giovani legati all’Organizzazione, ma anche altri gruppetti oratoriani o scout, molti ragazzi “battitori liberi” che hanno conosciuto l’esperienza passando di qua, attirati dal cartello “Benvenuti a malga Ploze!”.

“Molti di loro per la prima volta partecipano a momenti di comunità, gustano il silenzio, scoprono la povertà, sono portati a pensare a chi fa fatica….” I tempi distesi della giornata in malga consentono relazioni profonde e lasciano spunti decisivi per arricchire lo spirito. Quando arrivano quassù amici sacerdoti si celebra insieme l’Eucaristia anche se la proposta della malga vuole essere la più aperta e accogliente possibile a tutti i giovani in ricerca.

La novità di quest’anno è la condivisione delle giornate con piccoli gruppi di persone diversamente abili che vengono accolte nella “Casina” vicina al primo lago di Cornisello, un’altra malghetta messa a disposizione dal Comune di Carisolo: quest’anno la convivenza quassù ha reso possibile e avvicinato la vita in montagna e in comunità a tante che non avevano mai potuto sperimentarla.

Lo avvertono anche gli escursionisti che sostano al parcheggio del “Cornisello”, prima di salire al rifugio “Segantini”, e s’interrogano sul segno controcorrente di questa malga così animata di giovani: affacciata sul Brenta, porta a saper guardare a orizzonti lontani verso i popoli delle Ande che riceveranno il contributo concreto di quest’estate di lavoro dentro la malga rinata.

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