Carezza di Dio

Con le parole dell'enciclica “Laudato sì'”, quattro diocesi in Valmalenco (Sondrio) riflettono sulla conversione ecologica. Un appello per “una nuova coscienza culturale”

Dal nostro inviato

Valmalenco, 1 settembre 2015 – “Sia laudato Nostro Signore, che ha creato l’universo intero……” Nell’aria frizzante del mattino prestano la loro voce a Francesco d’Assisi le trenta coriste dallo scialle color ottanio, un verde simile alla pietra tipica della Valmalenco: è l’esigente enciclica “Laudato sì’”, tutta ispirata al Cantico delle creature, a rilanciare d’ora in poi la custodia del Creato. A illuminarne la prospettiva biblica (“il creato non è un insieme di freddi oggetti isolati, ma segno dell’amore divino, anche per le generazioni future”), a orientare in un’ecologia integrale l’impegno educativo e politico (ben 78 diocesi italiane si sono date un ufficio per “i nuovi stili di vita”), a coglierne la portata ecumenica e anche interreligiosa.

Papa Francesco ha voluto che questa decima Giornata per la custodia del Creato, proclamata insieme al Patriarca Ecumenico, assumesse una dimensione mondiale e un’eco universale per garantire un futuro al pianeta che ci ospita. Lo hanno anticipato le quattro diocesi alpine (Bolzano-Bressanone, Trento, Belluno-Feltre e Como) che già dal 2008 s’incontrano insieme in una località montana a turno per lanciare un appello condiviso da altre confessioni. “Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio”: dolcissima l' immagine dell’enciclica “verde” che introduce il testo letto dai rappresentanti delle quattro diocesi (vedi a fondo pagina) “uniti nello stupore per la bellezza del creato, in questo meraviglioso anfiteatro naturale del lago Palù”.

LA VALLE SOTTO AL BERNINA

Laterale della Valcamonica, che da Sondrio va a insinuarsi fin sotto il massiccio del Bernina, la Valmalenco ci presenta in piccolo le grandi sfide ecologiche, globali e locali: l’utilizzo oculato delle cave di serpentino da parte dell’industria estrattiva che dà lavoro a metà della popolazione ma anche la gestione del comprensorio sciistico (fondo e discesa, 40 km di piste con progetti di ampliamento) che d’inverno vede salire da 3 mila a 15 mila le presenze a Chiesa, il Comune principale. “C’interroghiamo sul nostro futuro ambientale – ci confida l’accogliente sindaca Miriam Longhini – e la Giornata di oggi c’impone di saper guardare alla qualità della vita, prima del profitto”. Hanno rinnovato nel 1998 la funivia che con 160 posti è fra le più capienti del mondo e ci fa superare in quattro minuti mille metri di dislivello. Poi un salto in cremagliera e siamo sulle rive del grande lago Palù, con le sue sorgenti naturali quest’anno prosciugate dal cambiamento climatico. L’acqua, ci dicono, è calata da 20 metri di profondità a soli 7-8 metri: un monito ecologico, mentre i sommozzatori fanno riemergere la statua del “Cristo degli abissi”.

LA SCELTA PER IL FUTURO

Increspato dal venticello, il lago appare un “vassoio d’argento”, così lo contempla mons. Diego Coletti, il vescovo di Como che nella sua riflessione pone l’alternativa suggerita dalle ultime pagine dell’Apocalisse. Babilonia o Gerusalemme? In quale città vogliamo vivere? “La prima è quella che consuma tutto, comprese le vite umane. La seconda è quella dove la natura viene rispettata come la propria sposa, come una casa che non si può distruggere o sciupare”.

Le trecento persone incamminate dentro quest’Engadina italiana (la valle di Maloja amata da Segantini è appena oltre il confine) ammirano il profilo lontano del monte Disgrazia e riconoscono il Passo di Forno, dove nel 1944 perse la vita nel ghiaccio il grande Ettore Castiglioni in fuga dalla Svizzera. Spuntano anche i porcini fra le distese di rododendro che rosseggia pure nei costumi tipici della Valmalenco. Famigliole e gruppi organizzati si uniscono all’antica lode dei salmi: penne nere, soccorritori, guardie ecologiche, maestri di sci, guide alpine, parroci con gli scarponi. “Attraverso il Creato è Dio che continua a educare il suo popolo”, osserva il bolzanino don Flavio Debertol, mentre Cesare Lasen, botanico della diocesi di Belluno, invita a valorizzare il dono della biodiversità.

L'Arcivescovo di Trento Luigi Bressan, impegnatosi in una presa di posizione mondiale (vedi pag. 5), illustra nel suo intervento il “vangelo del Creato”, osservando che l'abbraccio di Dio si rivela nella bellezza della natura e nella comunione fra gli uomini. Invita i due rappresentanti ortodossi di Como – padre Alexei, del patriarcato di Mosca, e il rumeno padre Cristian Prilipceanu – a proclamare insieme l'appello prima di diffonderlo nelle quattro diocesi. Nelle stesse ore padre Cantalamessa in san Pietro immaginava che Francesco oggi aggiungerebbe un'altra strofa al suo Cantico: “Laudato sì, mi Signore per tutti coloro che lavorano per proteggere nostra sorella madre Terra, scienziati, politici, capi di tutte le religioni e uomini di buona volontà”.

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