Una rete di solidarietà per i profughi

Una pagina web monitora la situazione degli aiuti che la comunità cristiana sta dando a chi fugge da guerre e miseria

Vienna – I telegiornali dei giorni scorsi hanno riferito abbondantemente sull’accoglienza riservata ai profughi nelle regioni dell’Austria e della Germania. La Chiesa austriaca, in questo processo, è in prima linea attraverso la Caritas e altre organizzazioni. Da qualche giorno è stato attivato un sito web (http://asylhilfe.katholisch.at) che offre una panoramica sugli aiuti che la comunità cristiana sta dando a chi fugge da guerre e miseria e dà notizie e informazioni a coloro che vogliono dare una mano.

Secondo i curatori della pagina web, approntata dall’Ufficio comunicazioni della Conferenza episcopale austriaca, sono circa cinquemila le persone richiedenti asilo ospitate nelle strutture che fanno capo alla Chiesa. Altre 12mila vengono assistite dai servizi itineranti della Caritas, avendo trovato altre soluzioni quanto all’alloggio.

Sotto la voce “come aiuta la Chiesa” si legge: “L’aiuto alle persone in fuga è un dovere cristiano irrinunciabile e non ha nulla a che fare con un ingenuo buonismo. I vescovi austriaci l’hanno recentemente sottolineato in occasione dell’assemblea plenaria estiva a Mariazell, mettendo sia la Chiesa che la società nel suo complesso di fronte alle proprie responsabilità: il diritto umano all’asilo è un bene prezioso e un dovere contenuto nel diritto internazionale. L’Austria in questo non deve tollerare sconti”. Per questi motivi “la Chiesa cattolica in Austria è presente alla situazione delle persone bisognose, sia come Caritas sia attraverso l’impegno delle parrocchie e delle iniziative ecclesiali o con le numerose comunità religiose. E molto altro ancora è compiuto personalmente dai singoli fedeli. Poiché questo impegno dovrebbe essere un fatto naturale, non si è ritenuto finora di fare troppa pubblicità”. È una risposta a quanti si chiedono che cosa stia facendo la Chiesa, in modo particolare dopo i ripetuti appelli di Papa Francesco e di diversi vescovi ad aprirsi all’accoglienza.

All’impegno in favore dei rifugiati ha chiamato, tra tanti altri, il vescovo di Feldkirch Benno Elbs che ha invitato i fedeli della sua diocesi ad “essere una benedizione per i profughi”. Mons. Elbs, citando il filosofo Emanuel Levinas, ha invitato a rivolgere lo sguardo al volto delle persone. “Se noi guardiamo in faccia gli altri uomini, un richiedente asilo, un mendicante, allora troviamo anche il giusto atteggiamento e la giusta soluzione e sapremo come comportarci”.

“Parole come solidarietà e ospitalità, diritto e giustizia, empatia e umanità si sgretolano davanti ai morti. Dobbiamo impararle di nuovo e viverle con decisione”. Lo ha detto il vescovo di Innsbruck Manfred Scheuer dopo la tragedia del camion carico di cadaveri ritrovato a lato di una strada del Burgenland. “Prego per le persone concrete, per i loro parenti e gli amici rimasti in patria”.

Nel complesso sia in Austria che in Germania molti registrano, come ha sottolineato qualche giorno fa l’arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn, un nuovo atteggiamento nei confronti dei profughi. Ne sono segno eloquente gli applausi e i cori di benvenuto risuonati in molte stazioni ferroviarie e la gara di solidarietà di questi ultimi giorni.

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