“Noi, papà e mamma, uditori al Sinodo”

I coniugi roveretani Matassoni chiamati da Papa Francesco come uditori

La notizia, resa nota martedì da una comunicato stampa vaticano, è stata accolta con gioia negli ambienti della pastorale familiare diocesana: ci sono anche due sposi trentini invitati da Papa Francesco a partecipare al prossimo Sinodo dei vescovi sulla famiglia che si celebrerà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre 2015. Si tratta di Marco Matassoni e Lucia Zecchini di Rovereto, sposati da 18 anni. Attivi da anni in questo ambito, hanno quattro figli con età dai 17 agli 11 anni: Sara, Daniele, Veronica e Alessandro.

Marco e Lucia rappresentano la zona pastorale della Vallagarina nella Commissione diocesana della famiglia e sono responsabili dell’ambito formazione genitori e sposi nella Consulta del Centro di pastorale familiare della Diocesi di Trento. Per affinare il loro servizio hanno anche conseguito il master in Scienze del matrimonio e della famiglia presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II di Roma nel 2014.

Insieme ad altri due sposi (impegnati nella pastorale missionaria della famiglia) saranno gli unici rappresentanti italiani tra le coppie cosiddette “uditrici”, quelle cioè che assistono a tutti i lavori sinodali. Nel Sinodo precedente sulla famiglia (ottobre 2014) le coppie di sposi rappresentanti dei diversi continenti, invitate ad affiancare i Padri sinodali come “uditrici”, avevano offerto a turno il loro contributo all’inizio di ogni giornata di lavoro. È presumibile che accada così anche in questa tappa del lungo percorso sinodale dedicato alla famiglia. In passato, fra i primi laici chiamati a questo compito ci fu anche Chiara Lubich.

Ai microfoni di radio Trentino inBlu ecco le loro prime risposte a caldo a poche ore dalla nomina.

Quale sarà il vostro ruolo?

Sarà quello dell’ascolto, come chiesto anche ai padri sinodali, agli esperti e a tutte le persone invitate a vario titolo ad essere presenti. Ed anche a portare il contributo per l’esperienza che noi stiamo facendo sia come famiglia cristiana sia per il servizio in parrocchia e nella diocesi.

Come vi state preparando?

Da una parte abbiamo una grande gioia per il dono che ci è stato fatto di partecipare al cuore della chiesa. Dall’altra c’è anche un po’ di timore. Non siamo ancora pienamente consapevoli della responsabilità che ci è stata chiesa. Stiamo studiando lo Istrumentum Laboris che è il testo da cui si partirà per la discussione e per le proposte

Il Papa ha fortemente voluto un periodo di ascolto del popolo di Dio. È un sinodo questo che è stato preparato con un cammino di due anni e questo è molto importante. Lo Istrumentum Laboris raccoglie sinteticamente i contributi di tantissime persone, coppie, esperti e realtà ecclesiali. E questa è una novità.

Questo Sinodo inoltre è a ridosso dell’Anno della Misericordia e l' Istrumentum laboris è fortemente connotato da questa dimensione. Ci chiederemo come tradurre, come attualizzare questa misericordia nei confronti di tante situazioni che la famiglia oggi vive in questa società che per certi aspetti non favorisce sicuramente questa realtà.

Ci sono dei sussidi, ma c’è anche tutto quello che è stato fin qui il vostro cammino di famiglia ad aiutarvi…

Probabilmente, sì. Sicuramente ci aiuta a comprendere quelle che saranno le discussioni nell’ambito dell’assemblea. Poter fare proprio e comprendere un linguaggio che non è quello a cui è abituato un cristiano medio. Il percorso formativo compiuto ci ha avvicinato e ci darà una mano per comprendere le dinamiche più profonde degli argomenti che verranno trattati in quelle settimane a Roma.

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