Novanta rintocchi di pace

Sabato e domenica, si celebra l'anniversario di Maria Dolens. “Una bussola per l'umanità intera, il suo è un messaggio di unità e salvaguardia del creato”, dice il rettore Robol

“La campana non difende solo i caduti in guerra, ma è dotata di un dinamismo intrinseco che la conduce a diffondere un messaggio sempre attuale, in favore dell'umanità, così oggi invita i popoli all'unità e alla difesa del creato”. Così, il reggente Alberto Robol, che intervistiamo in occasione del novantesimo compleanno della Campana dei caduti, spiega l'attuale significato del messaggio lanciato ogni sera da “Maria Dolens” con i suoi cento rintocchi.

Pur mantenendo la “fedeltà alle idee originali” – come volle don Antonio Rossaro nel 1925, in ricordo dei caduti di tutti le guerre – il sacro bronzo “ha avuto la capacità di espandersi in maniera precisa nel tempo”. Robol ricorda l'invito di Paolo VI, durante la benedizione della terza campana, l'attuale, il 31 ottobre 1965 in piazza San Pietro, di renderla anche un simbolo di pace. “Oggi ci sono 42 guerre nel mondo, senza contare quelle di cui nessuno parla – aggiunge il reggente – e poi ci sono i caduti del lavoro, le vittime del terrorismo, e la necessità di salvaguardare il creato, come ci ricorda anche papa Francesco”.

Progressivamente la campana è dunque diventata, secondo Robol, colei che difende tutti. Significativa in tal senso l'opera d'arte del romano Luciano Capriotti, benedetta lo scorso 16 settembre da papa Francesco. Una figura femminile che simboleggia “Maria Dolens” (alta 3,5 metri) in bronzo invita anche alla tutela di tutto il creato con i suoi figli che le pendono dal seno. Il bronzo sarà inaugurato il 4 ottobre, alla presenza dell'autore (vedi programma a parte).

“Siamo in un contesto di una complessità molto diversa rispetto al passato”, sottolinea Robol. “Il mondo non è ordinato e unificato, è da ordinare e da unificare. Il ruolo di 'Maria Dolens' è quello di “Maria Dolens”, unità e salvaguardia del creato”. Sul tema si rifletterà sabato mattina, 3 ottobre, con un convegno internazionale che parlerà appunto del ruolo di “Maria Dolens”, dei comuni e del Consiglio d'Europa nel governo a molti livelli del mondo, che necessita di coordinamento e unità.

A breve ci saranno delle novità anche per quanto riguarda le bandiere lungo il viale delle nazioni, che dalle attuali novantatrè passeranno l'anno prossimo a novantacinque. “Aggiungeremo la bandiera dell'Armenia e quella del Bangladesh – prosegue il reggente – l'Armenia avremmo dovuto ricordarla già l'anno scorso, in occasione del centenario di quello che il Santo Padre ha definito come un olocausto”. Lo stendardo del Bangladesh, invece, onorerà il missionario roveretano Mario Veronesi, ucciso in quel Paese nel 1971, e riconosciuto nel 2012 “martire per l'indipendenza del Bangladesh” dal governo bengalese.

Nel 2013 la campana era ufficialmente candidata per il premio Nobel che non è riuscita ad ottenere. “Il fatto di non averlo ottenuto non ne diminuisce il valore – risponde Robol. “Noi pensiamo che possano esserci momenti notevoli e vari di pacificazione e la vittoria della ragazza pachistana Malala Yousafzay, con quello che ha fatto per l'istruzione femminile, mi pare sia stato un contributo molto positivo”.

Cresce infine il numero dei visitatori sul colle di Miravalle, centomila in un anno. “Sta aumentando anche la sensibilità dei roveretani”, conclude il reggente.

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