Anziani: meno risorse, più sinergia

La popolazione altogardesana continua ad invecchiare (anche bene, considerando il gran numero di ultracentenari di cui riferiamo sempre più spesso), le risorse per i servizi sociali e l’assistenza si riducono, le esigenze crescenti rischiano di non trovare risposta adeguata almeno in tempi brevi.

Significa che trovare all’ultimo minuto una badante può diventare un serio problema. Così come è difficile per gli anziani beneficiare di prestazioni (terapie intramuscolari, bendaggi, fisioterapie) e avere soddisfazione immediata in caso di una particolare urgenza che non richieda, ovviamente, l’intervento ospedaliero. Una soluzione cercano di proporla tutti insieme le Apsp (cioè le case di riposo) della Busa , la cooperativa sociale “Arcobaleno” e le amministrazioni comunali della Comunità di valle.

Nei giorni scorsi il nuovo servizio è stato presentato nel corso di una affollata conferenza stampa nella sede della Comunità a Riva dove, l’assessora alle attività sociali Patrizia Angeli ha riunito intorno ad un tavolo tutti i protagonisti del progetto che si appresta a prendere il via in forma sperimentale, ma con l’intento di svilupparlo e renderlo compiuto strada facendo.

Alla riunione hanno preso parte Paolo Tonelli e Elena Giovanazzi della cooperativa Arcobaleno, Lucio Matteotti e Gianfranco Maino dell’Apsp di Riva, Carla Ischia e Anita Matteotti della Residenza Molino di Dro, Roberto De Laurentis e Laura Pollini della Fondazione Comunità di Arco, Davide Preti e Luisa Boccagni dell’Apsp di Ledro, il sindaco di Drena Tarcisio Michelotti, le assessore comunali di Nago Torbole Luisa Rigatti, Dro Marina Malacarne e Arco Silvia Girelli, Paola Piccioni del comune di Riva, le assistenti sociali della Comunità.

Ad illustrare l’iniziativa è stato Paolo Tonelli, vicepresidente della cooperativa “Arcobaleno” che fungerà da ente capofila. “La volontà di ricercare delle sinergie fra privato sociale e Apsp nasce dalla necessità di trovare delle risorse nuove di fronte alle difficoltà crescenti di far quadrare il cerchio tra i fabbisogni delle persone, in particolare di quelle più anziane, e le risorse che diminuiscono”, ha spiegato Tonelli. “L’obiettivo è dare al cittadino un servizio che garantisca sicurezza per sé e per i propri familiari”.

Il progetto prende il nome di “Welfare privato”, non intende sovrapporsi a quanto fa l’Azienda sanitaria, ma tenta di far fronte a esigenze momentanee e improvvise. “Dalla nostra abbiamo la capacità di intervenire con celerità e quindi di assolvere alla richiesta in tempi più rapidi – ha specificato Tonelli – ma è chiaro che si tratta di una risposta temporanea”.

L’iniziativa sarà pubblicizzata anche attraverso volantini in distribuzione nei prossimi giorni in Busa. In sostanza il cittadino prima di tutto si rivolgerà all’ente a lui più vicino (ad esempio la casa di riposo) e con una telefonata potrà ricevere risposta alle esigenze socio-assistenziali (che verranno espletate dalla cooperativa Arcobaleno) e sanitarie, affidate alle varie Apsp. L’obiettivo finale è quello di dar vita ad un vero e proprio call-center del “sociale”.

Cosa si potrà richiedere? Assistenza domiciliare serale e notturna, veglia, consulenza e formazione delle badanti, piccole manutenzioni domestiche e pulizie ordinarie e straordinarie mentre le Rsa si occuperanno di tutto ciò che è legato all’attività sanitaria, dalle medicazioni alle varie terapie, e poi servizi di sostegno psicologico, spesa a domicilio, trasporto e accompagnamento.

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