La Caritas… si allarga

Il 2 novembre la nuova sede aprirà nello stabile adiacente alla canonica. “Esigenza sentita da tempo”

“L’individuazione di una nuova e più capiente sede per la distribuzione di alimenti e indumenti era una esigenza da tempo sentita da Caritas e Centro Aiuto alla Vita”. A dirlo è direttivo della Caritas, informando della nuova localizzazione della sede nello stabile adiacente la canonica di Tione, e sottolineando come questa soluzione, oltre che rispondere all’inaspettata crescita del servizio di raccolta e distribuzione del fresco attivato in collaborazione con Trentino Solidale, offra una modalità più appartata di distribuzione.

La sede di via Pinzolo, infatti, risultava essere troppo piccola visto che qui si concentrano anche il punto d’ascolto e l’ufficio, due volte a settimana, di Cinformi. “Nel locale vicino alla canonica si evita invece il raggruppamento di persone all’interno e all’esterno della sede, cosa che mette a disagio in particolare loro”, racconta il volontario della Caritas Gianni Bazzoli.

Situazione confermata anche dalla responsabile della Caritas, Giusy Salvaterra: “È una questione di riservatezza; la distribuzione del ‘fresco’, il lunedì, il mercoledì e il venerdì, per tutte le famiglie in necessità, viene fatta dando dei numeri a chi arriva; poi si entra a gruppi di cinque alla volta. Prima si ritrovano tutti sul marciapiede”.

La nuova sede diverrà operativa a partire da lunedì 2 novembre; la sua apertura impone però di parlare più in generale del servizio svolto dalla Caritas delle Giudicarie. “I nostri operatori partono alle 7 del mattino e vanno verso Campiglio e Storo; la distribuzione del fresco avviene nel pomeriggio, dalle 14,30 alle 16/16.30”, ricorda Gianni Bazzoli.

In tre giorni vengono raccolti circa quattro quintali e mezzo di prodotti freschi, recuperati in venticinque punti commerciali in tutte le Giudicarie. Yogurt, formaggio, latte, frutta, verdura, carne, pesce e dolci che vengono distribuiti alle famiglie, in base al numero e all’età dei componenti. “Gli utenti vanno dai trenta ai trentacinque ad ogni distribuzione”, specifica Salvaterra. “Si tratta in genere di stranieri con bambini piccoli, una parte di persone sole, pensionate o invalide, straniere e anche italiane, e qualche famiglia italiana con bambini”.

Per quanto riguarda gli alimenti inscatolati a lunga conservazione, ad oggi si sono state distribuite 650 borse della spesa, costituite ognuna da pasta, riso, olio, zucchero, farina, pelati, tonno e legumi, per un peso totale di circa cinque chili. Diversamente dal fresco, il “secco” viene distribuito settimanalmente o ogni quindici giorni dietro richiesta dei servizi sociali. “Si sente dire che qualcuno se ne approfitta magari cercando di rivendere parte di quanto ricevuto; qualcuno forse ci prova, ma di fatto sono cose molto marginali; in generale sono tutti molto monitorati”, precisa Bazzoli.

Gli utenti a volte chiedono anche soldi per poter pagare una bolletta, o un affitto rimasto indietro, o ancora un prestito che poi promettono di rendere (la Provincia ha scaglionato i redditi di garanzia a quattro mesi, per cui li concede quattro mesi sì e quattro no). Vi sono inoltre persone entrate in disoccupazione che prendono i sussidi in un tempo di sei mesi o sono incapaci di gestire i soldi e di fare risparmi. “Quello che hanno lo spendono e poi si ritrovano senza nei mesi senza reddito di garanzia”, conclude Giusy Salvaterra. “Il nostro intento, sfruttando anche magari gli spazi della nuova sede, è quello di organizzare a breve un corso di economia domestica per insegnare a questi soggetti, il modo di arrivare ad essere finalmente autonomi”.

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