Perché?

1

“Perché si spense la lampada? / La coprii col mio mantello per ripararla / dal vento, ecco perché la lampada si spense”. ("Perché" di Rabindranath Tagore)

Perché mi evitano, mi abbandonano, prendono le distanze, ho rapporti senza splendore? Eppure faccio di tutto per loro.

Perché non ringraziano, non si accorgono, non apprezzano, anzi sembrano infastiditi e corrispondono in maniera formale, di pura cortesia ?

Eppure ho tanta premura di dare consigli utili in base alla mia collaudata esperienza, per il loro bene.

Perché invece di apprezzare si annoiano, si innervosiscono, fanno il contrario e girano al largo?

Eppure li proteggo dai pericoli, dai dispiaceri, provvedo per loro, mi sostiuisco a loro, indico le soluzioni, insegno i percorsi, segnalo gli errori.

Perché mi sfuggono e non apprezzano che li proteggo dal vento?

Mi faccio in quattro a spiegare loro il perché delle cose ed il come regolarsi nella vita.

Perché la mia paura che voleva proteggere l'Amore lo ha ucciso?

2

“Perché appassì il fiore? / Con impeto d’amore me lo strinsi al petto, / ecco perché il fiore appassì”.

Eppure l'amavo, era il mio maggior desiderio, tutto per me, avrei rinunciato ad ogni altra creatura per avere il suo possesso.

Perché il fiore è appassito se l'ho nutrito di passione? Perché non è bastato il mio amore? Perché è appassito proprio nel momento più alto quando il mio impeto d'amore era al massimo? E non è il petto la sede dell'amore? Perché proprio lo stringere al petto lo ha ucciso?

Volevo il fiore vivesse dentro di me, solo per me. Si nutrisse di me. Perché si è rifiutato e ha preferito morire? Non gli è bastato quanto ho fatto per lui, dato a lui, quanto ho rinunciato per averlo? Era il mio idolo e sognavo di essere il suo idolo. Perché non ha adorato e non si è lasciato adorare? In quale modo avrei dovuto stringerlo di più per costringerlo meglio?

3

"Perché il ruscello inaridì? / Vi misi una diga di traverso, / ecco perché il ruscello inaridì".

A volte era troppo irruente e mi rubava un po' di terra, a volte troppo avaro e la sua acqua non bastava. Bisognava mettergli la piccola diga! Era fatta a regola d'arte! Tratteneva il troppo che non fosse travolgente ed il poco che si conservasse. E l'acqua era più pulita, non si mescolava con la terra attorno, non si disperdeva ad irrigare. Dicono abbia trovato un'altra uscita, da un'altra parte e che sia inaridito dopo aver visto inaridire il verde ed i fiori sulle sue rive. Tutto perché non ha saputo ragionare ed essere logico almeno un poco!

E' così giusto precisare i rapporti e stabilire chiari, in modo razionale, i termini della relazione! Peccato non sia stato all'altezza e non abbia capito!

4

"Perché si spezzò la corda dell'arpa? / Forzai una nota oltre il suo potere, / ecco perché la corda dell'arpa si spezzò".

E' vero: la relazione è tradita dentro di me quando carico l'altro di compiti sovrumani o lo riduco all'infraumano.

Ho applicato "il tu devi e l'io devo".

Volevo essere il tuo salvatore o che tu fossi il mio salvatore.

Ho preteso di darti più di quanto potevo e che tu dessi più di quanto eri in grado.

Ho sognato ideali sovraumani per me e atteso da te perfezioni impossibili.

Non ho accettato i miei limiti e imperfezioni. Non ho tollerato la povertà della condizione umana in me nè in te. "Sarete come Dio": era così attraente!

Insegnami, Signore, a saper sorridere di me e dimmi: "Beati quelli che sanno ridere di se: per tutta l'eternità avranno motivi per ridere".

"Guardiamoci allo specchio dell'umorismo così come posso fare io, cittadino niente, che – quando mi specchio e vedo sul mio viso un truce cipiglio – scuoto il capo sorridendo e dico: Giovannino, quanto sei fesso!" (Giovannino Guareschi – Italia provvisoria,"Signore e signori").

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