Benedetto Progettone

All’ex Whirlpool il convegno per i 25 anni della felice esperienza di sostegno all’occupazione. Il ministro Poletti: “Sia un ponte fra un lavoro e l’altro”

Uno dei migliori biglietti da visita per i turisti che arrivano in Trentino sono, ancora oggi, le aree di sosta create, a partire dalla metà degli anni Ottanta, dal “Progettone”. Fu chiamato così, semplicemente, il “Progetto speciale per l’occupazione”, bella esperienza di sostegno al lavoro nata per dare dignità ai lavoratori espulsi dal mercato del lavoro. Erano anni di grave crisi occupazionale. Le storiche, grandi fabbriche del Trentino – dalla Grundig alla Laverda, dalla Samatec alla Michelin – avevano chiuso o l’avrebbero fatto di lì a poco. Con il Progettone il Trentino seppe darsi uno strumento efficace per rispondere al bisogno di centinaia di lavoratori rimasti sulla strada. Dalle aree di sosta alle piste ciclabili (altro fiore all’occhiello del turismo trentino), dai lavori nel verde alla manutenzione dei sentieri, e, in tempi più recenti, dalla conservazione dei biotopi alla sorveglianza nei musei, nelle biblioteche o nei castelli: in questi anni, il Progettone ha trasformato l’immagine del Trentino, assistendo dal 1990 ad oggi circa 8.000 lavoratori disoccupati e portandone 3.500 alla pensione. A rimarcarlo, negli ampi spazi vuoti dell’ex stabilimento Whirlpool a Spini di Gardolo, dove a breve si insedierà una nuova attività produttiva, sono arrivati a Trento, martedì 3 novembre, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, e il presidente dell’Inps, Tito Boeri, che a Trento è di casa, essendo affidata a lui la direzione scientifica del Festival dell’economia. Ospiti entrambi del convegno promosso dalla Provincia Autonoma di Trento a 25 anni dalla legge che nel novembre 1990 ufficializzava il Progettone, istituendo il Servizio ripristino e valorizzazione ambientale, che oggi – mutati i tempi e le condizioni – si chiama Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale (a dirigerlo, Enzo Coppola, che al convegno ha ribadito come, al di là dei numeri significativi, il recupero della dignità del lavoratore sia stato l’aspetto più importante del Progettone, insieme all’aver fatto rete con il mondo della cooperazione, con i sindacati e con le istituzioni). Tenere insieme i due problemi, l’occupazione e l’ambiente, fu appunto la felice intuizione della giunta provinciale di allora (presidente il democristiano Mario Malossini, vicepresidente il socialista Walter Micheli).

“Avete fatto cose molto belle, ma giustamente vi interrogate sul fatto se va bene, se si deve cambiare", ha esordito il ministro Poletti, sottolineando la necessità, oggi, di “gestire il cambiamento, anzi, provocarlo”, piuttosto che subirlo. Poletti ha elogiato la capacità del Progettone di scommettere sulla partecipazione attiva del cittadino (“Il Progettone non dice 'ti assisto', ma 'sei parte importante della comunità, che contribuisci a costruire', credo sia una grande idea”), l’ha confrontato con le esperienze di lavori socialmente utili attivate altrove in Italia (“Ci sono in tante realtà, ma per i ragazzi di vent'anni: credo sia una stupidaggine, bisogna aiutare chi è verso la fine dell'esperienza lavorativa, e i giovani invece aiutarli a costruirsi un mestiere"), ha invitato a mantenerlo al passo coi tempi (“Il Progettone ha portato tante persone alla pensione, ma probabilmente la sua missione non potrà essere sempre questa, potrà essere un ponte da un lavoro a un altro”).

“Penso che quella del Progettone sia un'esperienza molto importante perché affronta la realtà molto difficile di persone che hanno più di 55 anni e non sono ancora arrivate all'età della pensione, dà loro una prospettiva che non è solo quella dell'assistenza e del sostegno al reddito”, ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri. “Anche in altre realtà italiane bisognerà porsi il problema della povertà in questa fascia d'età, che è aumentata moltissimo durante la crisi, individuando strumenti che non possono essere così costosi come in Trentino, ma altrettanto efficaci”. Per Boeri i 25 anni del Progettone “sono davvero tanti”, in un Paese in cui “gli strumenti di sostegno al reddito vengono introdotti con nuovi nomi e fantasiosi, e poi magari resistono lo spazio di un mattino”.

Prima di loro, i discorsi del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta (“Il Progettone ha valorizzato il capitale umano”), del presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi (“Il Trentino è alle prese di nuovo con le stesse sfide: coniugare sviluppo, competitività e coesione sociale”), di Marina Castaldo, vicepresidente della Federazione trentina della cooperazione (“La scommessa fu quella di trasformare una criticità in una opportunità”), di Franco Ianeselli, segretario generale della Cgil intervenuto a nome di tutto il sindacato (“Con il Progettone nacque l’idea di trovare soluzioni condivise alle crisi industriali e occupazionali”), del vicepresidente Alessandro Olivi, assessore allo sviluppo economico e lavoro (“E’ ora di dire basta all’idea che chi va nel Progettone ci va per non fare niente: il Progettone è un luogo dove uomini e donne si guadagnano lo stipendio. Senza il Progettone il Trentino sarebbe più povero socialmente, ma anche sul piano della qualità del territorio”).

Olivi ha ampliato lo sguardo al futuro: “Il Progettone sarà sempre meno il luogo dove si approda fino alla pensione. Sarà così per i segmenti più deboli del mercato del lavoro. Faremo del Progettone un momento di passaggio da una fase della propria vita lavorativa ad un altro”. Sarà un impegno, ha sottolineato, che dovrà coinvolgere le aziende, la cooperazione, gli stessi lavoratori. Già dal prossimo anno i lavoratori che entreranno nel Progettone saranno accompagnati dall’Agenzia del lavoro lungo un percorso di riqualificazione, per essere aiutati a trovare un nuovo impiego. Quelli che nel Progettone hanno già trovato approdo – come Bruno Tonetta (“Cos’ho trovato nel Progettone? I soldi per andare avanti tutti i mesi. Trovarsi a 56 anni senza lavoro è un grosso problema. Sono soddisfatto, il lavoro ti aiuta a mantenere la tua dignità”), Giovanni D’Andrea (“Soddisfazioni ne ho avute, ho fatto dei bei lavori in giro”), Ottorino Tarter (“Ho dei bravi colleghi, una buona squadra. Andiamo avanti così, sperando che ci lascino fare questi ultimi anni di lavoro per poter arrivare alla pensione”), Carlo Huber (“Se non c'era il Progettone eravamo sulla strada. Per chi è senza lavoro, il Progettone è come una fabbrica, anzi, la miglior fabbrica del Trentino”) – sono già contenti così.

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