“Diventi ponte da un lavoro a un altro”

Gli elogi al Progettone e agli “efficaci” servizi per l’impiego provinciali

“Il Progettone ha portato tante persone alla pensione, in futuro dovrà essere uno strumento 'ponte' da un lavoro a un altro lavoro”. Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, prende la parola poco prima di mezzogiorno ed elogia l'esperienza trentina che, dice, ha un merito importantissimo: l’aver saputo combattere (“e continua a farlo”) quella che il ministro definisce “la condanna peggiore per un cittadino”, e cioè “l'idea di essere inutile a sé e agli altri”. Valorizzare la persona, dice, è importantissimo e a questo devono essere improntate tutte le politiche di welfare. A Trentino inBlu, Poletti illustra la logica delle politiche di sostegno all'occupazione del governo Renzi. “La logica è questa: condizionalità, quando c’è un sussidio, e politiche di attivazione. Significa che chi non ha lavoro non deve starsene a casa ad aspettare. La comunità ha il dovere di aiutare chi è inoccupato, ma quest’ultimo deve fare la sua parte”. Non è quello che è stato fatto negli ultimi trenta, quarant’anni, c’è una cultura da cambiare, riconosce Poletti. “In Trentino avete servizi per l’impiego efficaci, a differenza che in molte parti d’Italia, dove abbiamo dei centri per l’impiego che sono più l’anagrafe dei disoccupati, invece che strumenti per la rioccupazione”. E cita “un piccolo progetto”, che si chiama “Diamoci una mano”, attraverso il quale “l’Inail paga l’assicurazione per quelle persone che in via volontaria vanno a fare azioni utili per la comunità”. Un altro tentativo di aiutare le persone a non stare a casa ad aspettare, ma ad attivarsi. E a proposito del fondo di solidarietà territoriale, la cui costituzione la Provincia sta definendo con le parti sociali, per garantire un sostegno al reddito nel periodo di non lavoro ai lavoratori dipendenti di imprese che non possono accedere alla cassa integrazione guadagni, il ministro Poletti conferma il via libera del governo: “Abbiamo pensato di accogliere una proposta che corrisponde all’idea che anche le imprese sotto i 15 dipendenti potessero avere uno strumento di tutela. A livello nazionale i fondi di solidarietà sono costruiti su base categoriale: c’è quello degli artigiani, quello dei commercianti… qui sarà in dimensione territoriale. L’importante è che il fondo ci sia e che corrisponda alle prestazioni che ci aspettiamo che vengano erogate”.

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