Dro- Drena, primo passo verso la fusione

Sono stati i consigli comunali di Dro e Drena a decretare il “primo passo” della fusione dei due comuni dell’Alto Garda, adottando venerdì sera all’unanimità le linee d’indirizzo, primo atto formale dell’iter previsto dalla legge istituzionale della provincia. Ha preso così il via il percorso partecipativo, che nel corso del 2016 prevederà il referendum tre le due comunità, e dal cui esito positivo dipenderà il proseguo del processo di fusione.

Sono stati i due sindaci, Tarcisio Michelotti a Drena e Vittorio Fravezzi a Dro, a spiegare, ragioni, tempi e modalità di questo “passaggio storico” nella vita delle due amministrazioni gardesane. “È dal 1998 che i due comuni hanno avviato un percorso comune, condividendo i servizi di segreteria generale, anagrafe e ufficio tecnico, accanto allo stesso tessuto associativo e culturale”, spiega Tarcisio Michelotti sindaco per oltre 15 anni e tornato a guidare Drena dopo l’esperienza nella Comunità Alto Garda e Ledro. “La Provincia ci ha chiesto in tempi brevi di scegliere e intraprendere la nuova via della fusione, alla quale sono legati anche importati trasferimenti regionali e provinciali (fondo perequativo). L’adozione delle linee d’indirizzo è solo il primo passo nell’iter di fusione che passerà dal protocollo d’intesa, e soprattutto dal coinvolgimento delle comunità con il referendum”.

Se il processo di fusione si concluderà positivamente potrebbe nascere un comune di circa 5.450 residenti (550 di Drena e 4.880 a Dro), su una superficie di 36,4 chilometri quadrati, ricco di potenzialità turistiche e ambientali. “Fondamentale è mantenere la stessa qualità e standard dei servizi, pur a fronte del calo delle risorse e trasferimenti provinciali”, ha precisato il sindaco-senatore di Dro Vittorio Fravezzi. “L’iter avverrà secondo i tempi e le modalità dettate dalla normativa provinciale e dal protocollo fissato nel Consiglio delle Autonomie. Cercheremo di ispirarci alle esperienze già avviate in Trentino, evitando eventuali problematiche o difficoltà di dialogo e confronto con la gente. È un’opportunità per amministrazioni, cittadini e imprese locali, creando una comunità che potrebbe unire peculiarità e risorse della montagna e del fondovalle”.

Da “Magnifica Comunità di Dro”, a “Drena-Dro”, da “Marocche” a “Val Salagoni”, sino a “46° Parallelo”: tanti i nomi più o meno originali che potrebbe assumere il nuovo Comune, che dovrà definire anche la sede dell’ente, composizione del Consiglio, statuto e protocollo d’intesa. Un lavoro preparatorio e di sintesi che impegnerà a fondo le due amministrazioni e che porterà – nell’autunno 2016 o primavera 2017 – al referendum popolare, e successivamente nel 2018-19, alle prime elezioni amministrative del nuovo comune, con l’indicazione di nuovo sindaco e consiglieri (Drena potrebbe aver diritto ad un pro-sindaco). Per ora proseguiranno i lavori previsti alla rete dell’acquedotto di Drena, al suo campeggio comunale e l’avvio dell’attesa ristrutturazione alle Medie di Dro e al compendio ex-canonica di Pietramurata.

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