Dai tavoli alle piazze

Il card. Bagnasco ha concluso il Convegno Ecclesiale Nazionale rilanciando le parole del Papa e “l'umanesimo della concretezza”

Non ci sarà un Sinodo nazionale per la Chiesa italiana, come aveva già anticipato su queste pagine l'Arcivescovo di Trento. Eppure la modalità sinodale dovrà segnare sempre di più le 220 diocesi italiane, chiamate a “meditare con attenzione” l'Evangelii Gaudium. Lo ha chiesto Papa Francesco nel suo programmatico discorso nel Duomo di Firenze, in cui ha dato “le coordinate fondamentali” dei prossimi anni alla Chiesa che è in Italia. “Ci ha chiesto autenticità e gratuità, spirito di servizio, attenzione ai poveri, capacità di dialogo e di accoglienza” – è stata a fine convegno la sintesi del card. Angelo Bagnasco – “ci ha esortati a prendere il largo con coraggio e a innovare con creatività”.

In conferenza stampa, incalzato dai giornalisti sullo scandalo dell'abate di Montecassino, il presidente della CEI ha invitato a guardare al positivo (1500 organismi caritativi sul territorio), osservando che l’umanesimo cristiano è “umanesimo della concretezza”: il volto di Gesù misericordioso è “l’antidoto più efficace” al rischio “dell’autosufficienza o alla tentazione di ridurre Dio ad astratta ideologia”.

Non si parte da zero, è emerso anche dalle sintesi propositive delle cinque vie – uscire, annunciare, educare, abitare, trasfigurare – che si sono rivelate trasversali agli ambiti pastorali.

“L’impegno del cattolico nella sfera pubblica deve testimoniare coerenza e trasparenza”, ha puntualizzato Bagnasco in conferenza stampa: “I laici non devono voler essere clericalizzati, ma abbracciare con fiducia, senza paura, con intelligenza e con coraggio l’animazione temporale, che non compete direttamente a noi pastori”.

Tra le priorità richiamate da Bagnasco, “accompagnare le famiglie”, “porre nuova attenzione per la scuola e l’università”, dedicarsi a “formare i formatori”. Bagnasco ha rivelato di essere “rimasto colpito soprattutto dalle attese emerse dai giovani, dalla loro richiesta di riconoscimento, di spazi e di valorizzazione: sono condizioni perché la fiducia che diciamo di avere in loro non rimanga a livello di parole, troppe volte contraddette dalla nostra povera testimonianza”.

I testi completi delle relazioni e delle sintesi sono disponibili nel sito www.firenze2015, ma il Comitato preparatorio del convegno sarà ora chiamato a coinvolgere le diocesi nella ricezione delle idee condivise alla Fortezza da Basso: da dove ripartire non con l'animo delle “sentinelle” che difendono la dottrina, ma degli “esploratori” coraggiosi nell'affrontare il confronto con una cultura pluralista.

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