La Mariani resta in Trentino, ma…

Scongiurato il trasferimento della produzione fuori provincia e trasloco a Rovereto. “Ma così si crea un pericoloso precedente”, ammonisce il sindaco Girardi

Sarà un futuro occupazionale segnato dal pendolarismo quello dei 160 lavoratori di “Mariani spa”, che dopo mesi di incertezze, conferme e smentite, hanno infine visto lo sblocco delle trattative tra azienda bresciana, Provincia e Trentino sviluppo.

L'intesa sottoscritta venerdì scorso dal vicepresidente e assessore all'Industria Alessandro Olivi, dal presidente della partecipata Flavio Tosi e da quello di “Omr”, la holding di Rezzato che fa capo a “Mariani spa” Marco Bonometti, ha segnato la chiusura di un'operazione che durava ormai da più di tre anni e bloccato l'ipotesi di trasferimento della produzione metalmeccanica in provincia di Brescia.

Dopo lo stop del Tar all'ampliamento dello stabilimento di Tiarno di Sopra, dove l'azienda è presente fin dal 1989, del maggio scorso, la proprietà aveva iniziato a sollecitare un'alternativa che andasse incontro ai nuovi progetti industriali e nel contempo a lamentare quelle esigenze logistiche che in valle non avrebbero mai potuto essere soddisfatte.

“Dopo l’annuncio della scelta di lasciare Ledro e l’orientamento di 'Omr' di concentrare le produzioni nel bresciano – ha spiegato Olivi – ci siamo trovati ad un bivio: potevamo prendere atto che l’azienda aveva deciso in modo inequivocabile e definitivo di cambiare strada, pur dopo i nostri ripetuti inviti ad un ripensamento e la conferma dell’intervento finanziario per l’ampliamento a Tiarno, perdendo però in tal modo la presenza di Mariani spa sul territorio trentino; oppure lavorare nel solco dello spiraglio lasciato aperto dalla proprietà rispetto ad un possibile trasferimento negli spazi della ex Gallox di Rovereto, in un contesto ritenuto più idoneo. Abbiamo quindi concentrato e canalizzato ogni nostro sforzo in quest’ultima direzione”.

L'intesa raggiunta porterà dunque ora “Mariani spa” a rafforzare il proprio radicamento in Trentino attraverso l’insediamento in un sito di circa 20 mila metri quadrati, un investimento per almeno 10 milioni in macchinari e impianti, un livello occupazionale stabile che a partire dal 2018 darà lavoro circa 200 persone, garantendo in primo luogo la continuità ai dipendenti finora occupati nello stabilimento di Tiarno. Ai quali toccherà il pendolarismo.

Ma se da un lato l'accordo raggiunto ha scongiurato il trasloco della produzione nel bresciano e salvato i posti di lavoro già in essere, dall'altro ha dato avvio a tutta una serie di polemiche – soprattutto politiche – sul modus operandi. “Seppur a buon fine, l'operazione ha portato ad un danno importante per i dipendenti e l’economia di Ledro”, commenta il sindaco Renato Girardi. “A nostro avviso questo crea un precedente molto pericoloso: ci sono tante aziende in tutte le valli del Trentino che hanno problemi legati alla logistica e non vorremmo che 'il caso Mariani' fosse l’inizio di una politica industriale che, in netto contrasto con il passato, porti allo svuotamento dei territori periferici a favore dei grossi centri”.

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