Ritorno alla biodiversità

Reduci dal convegno organizzato all’Expo dalla Rete nazionale e internazionale dei biodistretti, i rappresentanti dei distretti biologici della Val di Gresta e della Valle dei Laghi insieme ai vertici delle associazioni Baldensis e Goever hanno incontrato la popolazione di quel lembo di terra restituito alla coltivazione del grano soltanto in questi tempi dell’idolatria dell’io, per cui soltanto “facendo rete” certi progetti possono andare a segno.

Lì dove, fin dalla sua costituzione, l’ente intermedio aveva definito la programmazione territoriale una volta assurta l’agricoltura biologica a nuova protagonista dello scenario turistico locale in una valle, a vocazione artigianale, stretta da sempre tra due poli attrattivi: il capoluogo e l’Alto Garda. Ha giocato un ruolo preminente la Comunità della Valle dei Laghi nell’imbastire da zero il progetto “Filiera corta trentina del pane in Valle dei Laghi” dal quale la neo costituita associazione Goever (significato di mietere) parallelamente al distretto biologico della Valle dei Laghi promuovono il chilometro utile.

Se ne è parlato il 20 novembre a Cavedine nell’ambito dell'incontro “Biodiversità, coltivare le tradizioni” riportando in auge il modello biologico di produzione e consumo improntato alla sostenibilità e inserito nell’agenda strategica della Comunità. Un modello di sviluppo rurale attento alla tutela dell’ambiente e della biodiversità, alla tracciabilità e salubrità del cibo, a nuove proficue alleanze fra chi produce e chi consuma, proiettato nel futuro forte del suo passato di tradizioni che potrebbero tonare ad essere un valore aggiunto perché, secondo il presidente Attilio Comai, “i turisti devono avere un motivo per fermarsi in questa valle”. Gli fa eco la prima cittadina di Cavedine Maria Ceschini, secondo la quale, “vedere un’associazione come la Goever che promuove il nostro territorio con prodotti a chilometri zero è una ricchezza per tutti noi”.

Grazie al biodistretto ufficializzato all’inizio di quest’anno, la Valle dei Laghi vanta l’onore di capofila della filiera territoriale dei cereali biologici e il pane che se ne ricava, confezionato dal laboratorio artigianale Tecchiolli, “racconta” di un territorio organizzato per resiste al canto delle sirene della produzione cerealicola a basso costo. Per inciso, il prezzo della farina ammonta a 1 euro al chilo. “Siamo cresciuti con questo progetto e ora vogliamo ridare al pane il valore che si merita”, commenta il maestro artigiano Aldo Tecchiolli nel guardare alla stragrande maggioranza dei consumatori che si appella alla provenienza locale e alla qualità in ogni anello della filiera.

Gli 84 soci della Goever, che in luglio hanno conferito al mulino Tecchiolli 380 quintali di grano (resa media di 25 quintali per ettaro) ed eletto a loro sede il palazzo municipale di Cavedine, sono raggruppati nella denominazione “Associazione cereali del Trentino” a indicare la loro adesione ben oltre il confine della Valle dei Laghi: Giudicarie Esteriori, Basso Sarca, Arco, Rovereto, Nave San Rocco, Lavis, segno che “sta andando bene, anche se è presto per fare un valutazione definitiva”, sicché vola l’ambizione, ma con i piedi saldi a terra, della presidente Annarosa Paissan.

Ma perché la coltivazione di cereali potrebbe trovare oggi nuovi spazi in Valle dei Laghi? Risponde Marino Gobber, tecnico della Fondazione Edmund Mach e referente per la loro reintroduzione: “C’è l’interesse da parte dei consumatori per farine di alta qualità prodotte in zona con metodo biologico; il valore simbolico del pane prodotto localmente fa la differenza”. Si auspicano riflessi positivi sul comparto turistico indotti dal recupero di terreni incolti, dalla salvaguardia dell’agricoltura manuale e dal ritorno ad abitudini alimentari semplici e genuine che hanno saputo preservare il valore della tradizione nel giusto equilibrio verso l’innovazione.

Nel richiamare la Carta del Cibo delle Alpi sottoscritta ad Expo a mo’ di articolazione della Carta di Milano si valorizzano tutte le esperienze impegnate a sostegno e diffusione della cultura della sana alimentazione come patrimonio dei territori e dell’umanità.

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