Messaggero di pace e riconciliazione

Si è presentato come messaggero di pace e riconciliazione Papa Francesco nel suo viaggio apostolico in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana (25-30 novembre 2015). Nell’undicesima trasferta internazionale, la prima in Africa, il Papa ha toccato i temi della pace, del dialogo interreligioso, della testimonianza (a partire da quella dei martiri cristiani, ricordati al santuario di Namugongo, in Uganda). Da Nairobi a Kampala a Bangui, Papa Bergoglio è tornato sulle questioni che più gli premono: l'inconsistenza dei piaceri mondani e del potere terreno, che “non danno gioia e pace durature”; la necessità di coltivare una “genuina preoccupazione per il bene degli altri” che porta “quella pace che il mondo non può offrire”; la “cura per questo mondo”. In Uganda ha invitato a guardare alla lezione dei martiri che “testimoniano anche ora il potere trasformante del Vangelo di Gesù Cristo” che “offre uno scopo alla vita in questo mondo e ci aiuta a raggiungere i bisognosi, a cooperare con gli altri per il bene comune e a costruire una società più giusta, che promuova la dignità umana, senza escludere nessuno, che difenda la vita, dono di Dio, e protegga le meraviglie della natura, il creato, la nostra casa comune”. Mentre se “l’umanità non cambia, continueranno le miserie, le tragedie, le guerre, i bambini che muoiono di fame, l’ingiustizia”, ha detto parlando ai giornalisti nel volo di ritorno verso Roma. Scagliandosi ancora una volta contro “un sistema economico dove al centro c’è il denaro, il dio denaro”, dove si diffondono “l’egoismo e l’indifferenza” e dove molti “nostri fratelli e sorelle sono vittime dell’odierna cultura dell’‘usa e getta’, che ingenera disprezzo soprattutto nei confronti dei bambini non nati, dei giovani e degli anziani!”, ha fatto notare visitando la Casa della carità a Nalukolongo, in Uganda.

Papa Francesco, accolto ovunque con affetto, entusiasmo e rispetto, anche in questo viaggio è partito dalle periferie: per farsi presente con chi ha più bisogno, con chi è più povero e soffre di più, ha rimarcato in un’intervista a Radio Vaticana padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede. E in una periferia del mondo, la Repubblica Centrafricana sconvolta dalla guerra e dalle divisioni, ha deciso di aprire la Porta della misericordia del Giubileo straordinario.

Ecco alcuni momenti della visita in Africa raccontati nel diario del vescovo di Kotido, in Uganda, Giuseppe Filippi, comboniano, originario di Baselga del Bondone.

22 novembre Celebrazione della solennità di Cristo Re a Losilang e ultima domenica di preparazione alla venuta del Papa.

23 Il presidente Museveni è qui in Karamoja per la propaganda elettorale per le elezioni previste per febbraio 2016. Domani sarà a Kaabong e dopodomani a Kotido.

25 Con Roberto e due suore siamo venuti a Kampala per la visita del Papa all’Uganda.

27 Assieme a tutti i vescovi dell’Uganda siamo stati all’aeroporto ad accogliere Papa Francesco proveniente dalla visita al Kenya. Si è fermato più del previsto nella residenza del Presidente Museveni dove ha incontrato, fuori programma, il presidente del Sud Sudan. Speriamo che questo incontro favorisca il ritorno alla pace nel Sud Sudan. Una folla ha accolto il Papa in aeroporto e lungo i 45 km da Entebbe fino a Kampala. A Munyonyo, antica residenza del re Mwanga in riva al Lago Vittoria, sul luogo dove fu ucciso il martire Angrea Kaggwa, ora c’è un santuario a lui dedicato, e dove fu decisa la condanna a morte dei cristiani. Qui il Papa ha incontrato 2000 catechisti e 1000 famiglie additando loro il ruolo dei Martiri nel proclamare e testimoniare l’amore di Cristo fino alla morte. Insegnare il Vangelo e il bene è un lavoro santo che va compiuto da tutti e sempre.

28 Il Papa ha incontrato i vescovi protestanti al Santuario protestante nel luogo dove furono bruciati 14 martiri. Il Papa ha incoraggiato il cammino ecumenico e il dialogo inter-religioso perché in Dio siamo tutti fratelli e chiamati a vivere nella pace e collaborare insieme per la costruzione di un mondo migliore. Alle 9 il Papa ha celebrato la S. Messa davanti ad una folla di oltre 300.000 fedeli radunata nell’anfiteatro naturale dove si trova il santuario cattolico, edificato sul luogo dove fu ucciso Carlo Lwanga. Il messaggio qui fu principalmente rivolto alle famiglie ricordando ai genitori il loro ruolo di formatori delle nuove generazioni. Il Re uccidendo Carlo Lwanga volle privare i giovani della loro guida spirituale sperando che abbandonassero la loro fede ma ottenne il risultato opposto e i condannati progredirono verso il luogo del loro sacrificio con fede ancora più forte. Il pomeriggio Francesco ha incontrato i giovani nella grande spianata di Kololo nel centro di Kampala. Ha ascoltato la testimonianza di una giovane donna nata con Hiv Aids restando presto orfana dei genitori, e di un giovane che fu rapito dai ribelli di Joseph Kony. Francesco mettendo da parte il discorso scritto ha invitato i giovani ad avere il coraggio di risorgere con Gesù e fare di ogni difficoltà una occasione di rinnovamento e rinascita.

Nella casa dell'arcivescovo di Kampala ha incontrato noi vescovi esortandoci ad essere misericordiosi citando sant'Ambrogio: Quando un prete è misericordioso lì c'è Dio. Quando un prete è rigido e intollerante lì c'è solo il ministro e Dio non c'è.

Dopo la visita ad un centro per anziani e disabili, il Papa ha incontrato nella cattedrale di Kampala 3000 sacerdoti e religiosi/e. A loro ha ricordato che non basta glorificarsi della memoria dei martiri ugandesi, ma è necessario impegnarsi per la gloria futura fondata sull'esempio dei martiri, di un servizio umile, fedele, generoso e libero da ogni attaccamento, servendo i poveri e i deboli. L'Uganda, la Perla dell'Africa, non deve diventare un museo a ricordo di un grande passato, ma deve continuare ad affrontare le nuove sfide della missione sull'esempio dei martiri.

29 Abbiamo accompagnato Papa Francesco all’aeroporto di Entebbe grati per la sua visita. L’effetto del Niño continua, ha diluviato qui in Kampala prima dell’arrivo del Papa e durante la notte, donandoci il sole durante tutte le cerimonie. Anche ad Entebbe la pioggia si è interrotta solo all’arrivo del Papa restituendoci un po’ di sole fino alla sua partenza.

La visita del Papa in Kenya, Uganda e Centrafrica va vista come una sola visita dove i discorsi si integrano e si completano come parte di un unico messaggio che tocca gli aspetti principali della realtà africana. Nel Centrafrica ha invitato tutti a lavorare per la pace e la riconciliazione nel nome dell'Unico Dio.

In serata abbiamo iniziato la conferenza episcopale che continuerà nei prossimi giorni. Con la presenza dell'Ambasciatore irlandese e del direttore di Trocaire abbiamo lanciato la campagna contro la violenza domestica che come ogni anno durerà per tutto il tempo di Avvento e di Natale.

30 Continua la riunione dei vescovi, qualcuno un po’ stanco, per una prima e veloce valutazione della visita del Papa. La sfida ora consiste nel costruire su quanto è stato seminato.

Buon Natale!

Giuseppe Filippi

vescovo di Kotido

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