Miniere, la mappa è “aperta”

L'Ecomuseo Argentario vuole realizzare una mappa delle miniere storiche dell'Alta Valsugana. Protagonisti i cittadini attraverso che utilizzeranno una piattaforma “open source” gratuita

“OpenStreetMap” è un progetto internazionale che punta alla costruzione libera e partecipata di una mappa del mondo intero. In questo momento ha circa due milioni di partecipanti e anche a Trento, da alcuni anni, è attiva una comunità che ha avuto che ha avuto come primo testimone volontario Maurizio Napolitano della Fondazione Bruno Kessler e poi Luca Delucchi della Fondazione Edmund Mach. “Rappresenta un modo di partecipazione della cittadinanza alle amministrazioni locali”, spiega Giorgio Zampedri, geologo presso il Servizio Politiche Sviluppo Rurale della P.A.T.

La raccolta e l’utilizzo dei dati è aperta a tutti e in ogni parte del mondo ciascuno può fare conoscere il proprio territorio. “La mappa ha una licenza molto aperta – continua Zampedri – e può essere utilizzata anche per scopi commerciali oltre che per costruire applicazioni, per la sentieristica o, come nel caso dell’Ecomuseo Argentario, ai fini di promozione dei beni culturali e ambientali e specificamente alla conoscenza delle vecchie miniere”.

Il contesto in cui si è mosso l’Ecomuseo (altri della rete trentina aderiranno nel 2016), ricorda la direttrice Lara Casagrande, è quello del progetto “M'appare il Lagorai”, nato lo scorso anno nell'ambito di una tesi di master della Step-TSM e dalla Comunità di Valle Alta Valsugana, nella persona di Giorgio Zampedri.

Il progetto prevede una mappatura di tutti i siti di interesse e dei percorsi del Lagorai, da Trento al Vanoi, utilizzando proprio questa piattaforma “open source”, gratuita e implementabile da chiunque in tutto il mondo. “Un progetto interessante – precisa Casagrande – perché oltre a soddisfare la necessità di mappare i nostri siti di interesse e di poter usufruire liberamente dei dati raccolti, senza dover pagare i diritti a una ditta cartografica, offre di coinvolgere nella mappatura la comunità locale, che può contribuire direttamente inserendo nel database gli elementi del territorio che più gli stanno a cuore, per metterli a disposizione della comunità internazionale. L'output dovrebbe essere una sorta di mappa di comunità oltre che un prodotto cartografico”.

La settimana prossima sono previsti un incontro e una prima uscita sul territorio (vedi box); questo primo “mapping party” si concentrerà, come detto, sulla mappatura delle tracce dell'attività mineraria, tema principale del territorio sul quale opera la realtà ecomuseale dell'Argentario.

Si tratta di un sottoprogetto che prevede la creazione di una mappa delle miniere storiche dell'Alta Valsugana, come base per la valorizzazione di questo importante aspetto della storia trentina. Per i partecipanti è una occasione di arricchimento perché si scoprono cose nuove sul proprio territorio e tutto può venire mappato: dalle attrezzature nei parchi giochi alla collocazione del negozio biologico, ai locali accessibili ai portatori di handicap.

“Sarà una sorpresa accorgersi di quante piccole cose il nostro territorio conserva, anche come memoria”, conclude Zampedri. Un incontro simile si è già svolto a Vignola Falesina e altri sono previsti in futuro in collaborazione con diversi enti locali che si occupano di storia mineraria.

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