Quanto è difficile essere felici?

Nel cast del film, girato anche nella nostra città, la giovane attrice trentina Camilla Martini, alla sua prima esperienza sul set

Enrico lavora nel campo delle cessioni aziendali convincendo eredi scapestrati a cedere le loro attività evitando fallimenti annunciati. Si dice orgoglioso di quello che fa, ma il suo sguardo tormentato e alcune discussioni con i superiori sembrano dire esattamente il contrario. Un giorno nella sua casa piomba Achrinoam, fidanzata israeliana del fratello minore Nicola, fuggito dopo un mese di convivenza, mentre un incidente d’auto uccide una coppia di industriali: due fatti che capovolgeranno la sua vita, costringendolo a fare i conti con il suo passato e a ripensare il suo futuro.

A mettere in crisi l'uomo, convinto di combattere con capacità la battaglia contro un sistema dove prevalgono egoismi e interessi finanziari, è l'incontro con la ragazza, che lo mette di fronte in modo diretto alle sue responsabilità, e con i due giovanissimi orfani Filippo e Camilla, interpretati dagli esordienti trentini Filippo De Carli e Camilla Martini, che a differenza dei giovani conosciuti in precedenza rivelano il vero volto di quella purezza e semplicità tanto sbandierata quanto sporcata dai colleghi di Enrico.

Non è facile definire l'ultimo film di Gianni Zanasi. “La felicità è un sistema complesso” è una commedia in cui si mescolano toni drammatici, onirici e grotteschi. Il racconto si snoda tra scene che sembrano istantanee, collegate da una sceneggiatura fragile, dialoghi scarni, lunghi primi piani, una fotografia nitida e una colonna sonora spesso dominante.

Girato anche a Trento e in Trentino in collaborazione con la Trentino Film Commission, il film, grazie ad un buon gruppo di attori tra cui domina un intenso Valerio Mastandrea e a una regia sicuramente originale, che rischia però di non andare in profondità, scorre per quasi due ore lasciando fino alla fine in sospeso lo spettatore e accompagnando i personaggi nella loro personale ricerca della felicità. Che non è un'equazione preconfezionata, ma deve passare per una presa di coscienza di sé e da uno strappo con i legami del passato, per trasformare la torta della nonna nella “torta di noi”.

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