Una storia senza parole per volare con la fantasia

Mariana Ruiz Johnson, Mentre tu dormi, Carthusia, 2015 – [26] p. – € 19,90 – Età consigliata: da 4 anni

Non sempre servono le parole per raccontare una storia. A volte bastano le immagini e la fantasia prende il volo. Un sogno lungo una notte è ciò che raccontano le splendide illustrazioni di “Mentre tu dormi” (Carthusia): un grande albo le cui infinite potenzialità narrative delle immagini sarebbero notevolmente limitate dalle parole, se ci fossero.

In questo libro sogno e realtà si mescolano prendendo il via dalla cameretta di un bambino che si addormenta dopo aver ascoltato la storia della buonanotte letta dalla mamma. Nel momento in cui lei esce e chiude la porta, il lettore gira la pagina e la magia ha inizio. Tavola dopo tavole tante storie prendono vita, storie reali, storie tristi, storie inventate, situazioni serene e spensierate, situazioni quotidiane e eventi irreali. Un susseguirsi di particolari coloratissimi che svelano nuovi contenuti ad ogni sguardo. Mentre il bambino dorme c'è chi balla, chi lavora, chi fa musica, chi conversa attorno ad un tavolo. C'è chi soffre in ospedale e chi piange nel suo lettino. Mentre il bambino dorme, però, anche i sogni prendono corpo: animali in abiti umani ballano e suonano, si muovono su una barchetta e raggiungono un paese misterioso. Un falò, il buio e poi il sole che nasce. Ed ecco che si torna nella casa del bambino che si sveglia accolto al nuovo giorno dalle braccia protettive del suo papà e dal dolce bacio della sua mamma.

Pagina dopo pagina gli occhi sono sempre più impegnati a notare cambiamenti, a registrare sviluppi delle tante scene, a ipotizzare intrecci, dialoghi, avvenimenti. Infinite le chiavi di lettura possibili: cercare di delinearne i contorni con i bambini, stupirsi per le improvvise scoperte è un gioco piacevole e sempre più coinvolgente. Una storia nuova ogni volta che la si guarda, ma c’è un filo conduttore e l’autrice ce lo indica. È un indizio che si scopre sfogliando le pagine a ritroso, dall’ultima alla prima, dove la mamma tiene in mano il libro con la storia della buonanotte.

Un libro senza parole che sa essere poesia, sa essere ninnananna, sa essere coccola, anche per gli occhi.

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