La lievità del ferro

In mostra al Centro Color di Trento, in un nuovo spazio dedicato ad ospitare esposizioni non commerciali di artisti contemporanei trentini

L’abusata citazione “Dio è nei dettagli” è una di quelle frasi che tutti usano e quasi tutti fanno finta di capire. In realtà ad essa sono state date (Aby Warburd, Mies Van der Rohe) diverse ed anche per un certo verso antipodali interpretazioni. Qui leggo e uso tale aforisma nel senso che ad esso volle dare Gustave Flaubert, ovvero che Dio si rivela nei dettagli, segnali e simboli di un’unità superiore, e che dai dettagli emerge la qualità assoluta, sublime, di eccellenza (“divina”, appunto) di una creazione, in specifico di una creazione artistica. E’ quanto emerge, a mio modo di vedere, dalla osservazione delle opere di Luciano Zanoni.

Opere monumentali quali il larice di nove metri di Mezzana o la recente pianta di renetta a San Michele all’Adige sono di assoluto impatto, certo, ma per certi versi è nelle opere di piccole e medie dimensioni – come le trenta esposte in questi giorni al “Centro Color” di Trento – che si coglie al massimo grado la poesia della produzione di Zanoni, quella che nel testo in catalogo il professor Andrea Zanotti ha descritto, partendo dalle “Lezioni americane” di Italo Calvino, in cinque paradossi quali la lievità del ferro e il dare parola ai vegetali. Del tutto affascinante, addirittura commovente, risulta la resa delle imperfezioni e del fisiologico degrado dei vegetali trattati: il fusto del girasole maturo spezzato dal troppo peso della sua infiorescenza, le foglie di granturco avvizzite ancorché ancora attaccate alla pianta, le foglie delle cipolle semistaccate dal bulbo.

Trento soffre non poco dalla assenza di gallerie d’arte e di spazi ove esercitare e sviluppare il confronto e la riflessione artistica. Sia dunque grandemente la benvenuta l’intenzione di Adolfo e di Monica Giovanazzi di aprire nel loro noto negozio “Centro Color” al civico 7 di via Paradisi uno spazio, di una settantina di metri quadri, già battezzato “Spazio delle Arti”, ove di volta in volta ospitare esposizioni non commerciali di validi artisti contemporanei, specificatamente trentini. Si inizia, appunto, con Luciano Zanoni, classe 1943, il mago del ferro battuto che pur rimanendo saldamente ancorato alla sua Caldes ormai da decenni vive una consolidata fama internazionale.

A cura di Gianluigi Rocca e Andrea Zanotti; fino al 16 gennaio; dal lunedì al venerdì 9-12 e 15-19, sabato 9-12.

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