Il Margine, dieci anni di vitale utopia

Vitale. Visionaria. Profondamente attuale. Non esiste sulle cartine geografiche, ma naviga nel tempo, conservando la forza che le ha permesso di tornare in superficie più luminosa che mai, ripescata a 500 anni dall'uscita dalla casa editrice trentina Il Margine che lo scorso fine-settimana ha festeggiato al Caffé Galileo, a Trento, i 10 anni della sua avventura – “liberi tra i libri” – ripubblicando – primo editore in Italia – "Utopia" di Thomas More. Andrea Schir e Paolo Ghezzi – presidente e direttore della casa editrice – hanno scelto insieme al fondatore Vincenzo Passerini di lasciarsi orientare da questa bussola, alla ricerca di una società più giusta, varando un ambizioso progetto, "Utopia500", sostenuto dalla Provincia di Trento, che si snoderà in numerose tappe.

Il tema delle utopie verrà approfondito in un viaggio lungo un anno da personaggi di primo piano della cultura internazionale – da Agnes Heller a David Grossman, da Serge Latouche a Luigi Zoja, da Riccardo Petrella a frei Betto – e con un programma che prevede lezioni, conferenze, convegni e dialoghi, ma anche proposte teatrali e musicali, laboratori scolastici, mostre e iniziative per coinvolgere la cittadinanza nel progettare un futuro migliore. In parallelo, un'analoga iniziativa è promossa dal Centro per la pace del Comune di Bolzano, "La promessa dell’Utopia".

Tra venerdì 15 e sabato 16 gennaio, gli autori del Margine – da Paolo Miorandi a Marcello Farina, da Silvano Zucal a Piergiorgio Cattani, da Alidad Shiri a Francesco Comina -, si sono passati il testimone in una bella e frizzante staffetta utopica, condividendo la loro idea di utopia con mini-conferenze che hanno creato un clima familiare e coinvolgente, alternate a mini-concerti dal vivo e accompagnati dalla bellezza dell'arte: le "Utopian dances" di Piero Cavagna e le opere di Giacomo Bonazza.

Presentando il libro di More, Ghezzi ha affermato che “l'utopia non è un regalo, ma necessità e impegno a cui dedicarsi per creare un mondo migliore, mettendo in campo passione, energia e capacità creativa". "Quella che non è mancata alla professoressa Maria Lia Guardini – ha aggiunto – che ha curato la traduzione dal latino riportando l'ironia e il sarcasmo del testo in un linguaggio contemporaneo”, mentre Francesco Ghia, autore dell'introduzione, ha dato corpo “alla speranza che la società auspicata da More abbia reale margine di realizzabilità". "Thomas More – ha detto Passerini – guardò al di là del tempo, trasformando l'utopia della giustizia espressa nella sua opera in utopia della libertà nel momento in cui diede la vita per essa”. “La nostra utopia – ha commentato Schir paragonando la casa editrice ad un’arca di Noè della comunicazione di idee, pensieri, storie – è stata quella di offrire un luogo riservato a voci che hanno qualcosa da dire, ma rischiano di non riuscire a farsi sentire, considerando il libro strumento per costruire comunità ispirate a criteri di giustizia e uguaglianza”.

Il prossimo appuntamento è con il sociologo anglo-polacco, teorico della "modernità liquida", Zygmunt Bauman, domenica 31 gennaio alle 11.

Il calendario, in via di definizione, è consultabile sul sito www.ilmargine.it.

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