Dai fatti alle parole

Alle medie Pedrolli di Gardolo un’esperienza per scoprire le forza dell’argomentare

Spiegare le proprie ragioni con le parole senza scivolare nella violenza è una scelta impegnativa, soprattutto quando si è giovani e imporre il proprio punto di vista sembra una necessità. Eppure è nelle scuole e tra i ragazzi che si gioca ogni giorno una partita decisiva per la democrazia, oggi chiamata a fare i conti con le tensioni e le opportunità di una società multiculturale. Lo sanno bene nella scuola secondaria di primo grado "Pedrolli” di Gardolo, dove da anni, come in tante scuole italiane, si lavora quotidianamente per educare alla convivenza e al pluralismo religioso, per promuovere il dialogo e il rispetto reciproco tra studenti da varie parti del mondo.

La Scuola di Studi internazionali dell’Università di Trento ha collaborato con alcune classi delle "Pedrolli" per sostenere il percorso di educazione alla convivenza di ragazzi e insegnanti, spiegando e facendo provare le tecniche dell’argomentazione giuridica, nell'ambito del progetto di educazione alla convivenza e al pluralismo religioso “Integrazione tra diritto e parola” ideato dalla ricercatrice Serena Tomasi e realizzato con il sostegno della Fondazione Caritro e in collaborazione con la Rete di istituti comprensivi, il Cermeg (Centro di Ricerche sulla Metodologia Giuridica con sede a Trento) e il Centro Interculturale Millevoci.

L'obiettivo era quello di promuovere una soluzione alle questioni di educazione alla convivenza e al pluralismo religioso che sia adatta alla realtà territoriale. La combinazione della prospettiva di argomentazione giudiziale (proveniente da un contesto solo apparentemente diverso) con la prova pratica rivolta a cittadini in giovane età scolare è del tutto inedita e rappresenta una vera e propria sfida nel campo della ricerca e della sperimentazione, come è stato ribadito lunedì 25 gennaio nel corso della tavola rotonda “Integrazione tra diritto e parola. Argomentazione ed educazione alla cittadinanza” che si è tenuta alla Scuola di Studi Internazionali presso il Dipartimento Lettere e Filosofia a Trento.

Avviato nella primavera 2015 con un corso di formazione per gli insegnanti delle “Pedrolli”, il progetto è proseguito in autunno con un laboratorio didattico in cui gli studenti di due classi si sono cimentati in esercizi e discussioni argomentative.

L’ultimo atto è andato in scena pochi giorni fa con una vera e propria gara di argomentazione tra studenti su un tema di grande attualità (“È giusto o meno impedire l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche?”) scelto appositamente per stimolare il dibattito. A sfidarsi sono state due classi terze, che per una settimana hanno lavorato sull’elaborazione delle proprie argomentazioni accompagnate dai rispettivi insegnanti.

A decretare la vittoria di una delle classi è stato un Collegio di giudici, che ha deciso sulla base della qualità e della quantità degli argomenti portati e della loro pertinenza. Ma con un occhio anche alla forma: la lucidità espositiva, il lessico e l’efficacia della presentazione.

Gli studenti hanno mostrato capacità di discussione critica, di ragionamento e di esercizio attivo della cittadinanza. "A ciascuno di noi – spiega Serena Tomasi – è richiesto quotidianamente di argomentare: per sostenere un’opinione, giustificare un giudizio, prendere una decisione, porre a confronto scelte e idee diverse. Avere capacità argomentativa significa parlare efficacemente non solo alla ragione".

"Saper utilizzare il pensiero critico e l’argomentazione come strumento per confrontarsi, e per sostenere le proprie idee in un modo corretto, non violento, efficace e rispettoso delle opinioni altrui è tra i fondamenti del vivere civile", osserva il dirigente scolastico, Stefano Kirchner. "L’esperienza condotta dalle classi coinvolte è stata estremamente importante e positiva. Gli insegnanti hanno potuto vedere gli esiti molto gratificanti di un percorso che la scuola può utilizzare per coinvolgere e far maturare una competenza importante".

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