Tempi difficili

A rendere difficili per la politica i tempi che viviamo è la crisi economica che non demorde e che preoccupa chi considera a fondo le prospettive che abbiamo davanti.

La caduta delle borse che non accenna a cambiare verso, la lotta che si sta combattendo attorno alla questione dei prezzi del greggio, la perdurante crisi nell’area Mediorientale con il ruolo sempre più ambiguo che sta giocando la Russia in Siria, persino il bullismo atomico del dittatore della Corea del Nord, sono tutti fattori che dovrebbero invitare i gruppi dirigenti europei (parliamo di questi perché della UE facciamo parte) a considerare l’opportunità di avviare una politica davvero capace di tenere insieme la “massa critica” del vecchio continente.

Senza quella massa critica gli stati europei presi singolarmente non hanno possibilità di giocare alcun ruolo significativo in quello che si profila come un ulteriore atto della grande transizione storica che ci sta coinvolgendo almeno da un quarto di secolo (se prendiamo emblematicamente la caduta del muro di Berlino come punto di svolta).

Quanta coscienza c’è di questo in Europa? Anche qui bisognerebbe distinguere, per usare una storica distinzione che propose nell’Ottocento Walter Bagehot, fra “la scena teatrale” e “il segreto efficiente”. La scena teatrale della politica è fatta di dichiarazioni roboanti che vanno ciascuna per conto loro: gli inglesi alzano la voce per ottenere privilegi; i tedeschi continuano a fare le maestrine che spiegano agli altri come secondo i loro manuali si gestisce una crisi; Renzi cerca di cavalcare l’onda mostrando che lui non si fa intimidire dai tecnoburocrati di Bruxelles. Naturalmente ci andrebbero aggiunti gli show che si volgono in altri paesi, come quelli dell’Est europeo a cui nessuno bada, o come quello della politica spagnola che dopo le elezioni non riesce a darsi un governo (almeno sino al momento in cui scriviamo).

I governi però dietro le quinte lavorano sulla base di quello che abbiamo definito “il segreto efficiente”: operano cioè cercando di negoziare e rendendosi conto, visto che hanno staff di analisti che sanno più o meno il loro mestiere, che la situazione è difficile e ingarbugliata. Al momento sembra non abbiano idea di come venirne fuori ed è per questo che intanto lasciano la briglia lunga a chi conduce la teatralizzazione della politica: serve a coprire l’impasse in cui si trovano più o meno tutti.

Naturalmente per l’Italia la situazione è particolarmente difficile. Gravato da un rilevante debito pubblico che riprende a salire, anche perché Renzi deve pur distribuire qualcosa se vuol mantenere il suo consenso, il nostro paese finisce per essere al momento l’anello debole del sistema dei 28 stati della UE. Intendiamoci: è un anello debole non perché sia proprio quello messo peggio, ma perché è il messo peggio tra quelli che sono considerati anelli portanti del sistema. La trappola in cui si sta cacciando Renzi è però micidiale: per sfuggire a quella condizione attacca nella speranza di mostrare che ciò neghi davanti all’opinione pubblica la nostra debolezza; al tempo stesso però più attacca forsennatamente, più mette in luce che lo fa per ragioni strumentali di copertura di un momento difficile nel governo degli equilibri politici parlamentari.

In ragione del “segreto efficiente” tutti i nostri partner internazionali hanno ambasciate a Roma dove leggono i nostri giornali, parlano coi nostri politici, vedono le nostre TV. Poi scrivono rapporti che inviano alle rispettive cancellerie, che così sanno come è ridotto un sistema dove non si riesce ad imporre un minimo di “ordine” politico (in senso positivo, va da sé).

Fra parlamentari PD che attaccano per scarsa fedeltà vertici RAI che hanno scelto, parlamentari 5 Stelle che subiscono i diktat di Grillo e Casaleggio, primarie a cui prima si partecipa e poi, se non vanno come desiderato, ci si chiama fuori, rimpasti di governo fatti per tacitare possibili agguati parlamentari, cambi di casacca dei parlamentari (siamo oltre la soglia dei 300), non è che la nostra classe politica stia dando grande immagine di sé (e abbiamo citato episodi a casaccio).

Che questo “show” possa essere perdonato in ragione dell’esistenza di un “efficiente segreto” che testimonia un ben diverso sistema di governo sarebbe bello, ma al momento è una pia illusione, perché quell’efficiente segreto nessuno riesce a vederlo.

vitaTrentina

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