La “femminista” che insegna il Corano

“Nel nome di Dio, clemente misericordioso! Sia lode a Dio, il Signore del Creato, il Clemente il Misericordioso, il Padrone del dì del Giudizio! Te noi adoriamo. Te invochiamo in aiuto: guidaci per la retta via, la via di coloro sui quali hai effuso la tua grazia, la via di coloro coi quali non sei adirato, la via di quelli che non vagolano nell’errore”.

E’ la sura che apre il Corano e comunica alcune idee fondamentali per la tradizione islamica. Dio, in quanto “Signore di tutto ciò che è”, si colloca al di sopra del mondo e ne è completamente distinto. Per questo gli sono attribuite le qualità di misericordia, compassione e potere creativo. Ben 113 dei 114 capitoli del Corano cominciano così: “Nel nome di Dio, pienezza di amore e misericordia”.

Questa formula, che non equivale alla trinità cristiana, ricorre a tre parole per parlarci del Dio coranico: Allah “il Dio” e poi “Amore” e “Misericordia”. Su questi tre attributi si è sviluppata la relazione della teologa islamica Sharzad Houshmand Zadeh, invitata nella parrocchia di San Carlo alla Clarina nell'ambito del Giubileo della Misericordia. Laureata all’università di Teheran, madre di tre figli, ha frequentato in Italia i corsi di teologia fondamentale cristiana alla Pontificia Università Gregoriana, dove attualmente insegna. A Roma è impegnata tra l’altro nel dialogo islamo-cristiano, alla scuola della trentina Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, che l'ha investita del mandato di trasmettere l’esperienza del Movimento ai fedeli islamici, “creando fratellanza e spiritualità profonda”.

La confidenza ha destato l’immediato applauso delle oltre seicento persone presenti in chiesa: una folta rappresentanza di focolarini al termine dell’incontro l'ha avvicinata insieme a varie rappresentanti del mondo islamico che vivono in Trentino. Il parroco don Lino Zatelli ha presentato la relatrice come una della tante teologhe che si autodefiniscono “femministe musulmane” presenti in Iran come in Marocco, in Tunisia, Indonesia ed anche in Europa. “Già la vita del profeta Maometto  – ha sottolineato don Lino riportando le parole della teologa  – fu inondata dalla presenza femminile. Ma nel tempo si è verificato lo stesso fenomeno  presente anche in altre religioni, compresa quella cristiana: l’interpretazione del testo finisce nelle mani dei maschi e si arriva all’emarginazione delle donne, in varie forme, e gradi diversi. “Purtroppo – ha aggiunto – negli ultimi secoli la voce delle musulmane è stata abbassata con la forza”. L’Is sta nuovamente facendo piazza pulita confermando l’ignoranza religiosa che la teologa ha definito “il nemico più grande dell’essere umano”. 

Sharzad Housmand Zadeh ha dato una testimonianza inedita straordinaria di donna di fede, aperta al dialogo, profonda conoscitrice del Corano e dei Vangeli, della storia antica del suo popolo, dei tragici eventi attuali legati ai fondamentalismi, operatrice di pace, appassionata sostenitrice di Papa Francesco che ha definito “unico attuale maestro universale” per tutte le religioni. Per lei anche la misericordia va considerata come come affetto per la propria famiglia, per il proprio Paese, per l’umanità intera; nelle relazioni interpersonali si traduce anche negli atti indicati dalla sharia islamica, come il dovere di sostegno economico degli indigenti o il perdono (chi ama essere perdonato da Dio, perdona a sua volta il prossimo); ha parlato del concetto divino di “amore”, secondo il Corano, di creazione, Gesù e sua madre Maria, offrendo spunti di riflessione non episodica, ma utile ad approfondire la stretta vicinanza e le assonanze tra Islam e Cristianesimo, religioni che non “si conoscono abbastanza reciprocamente”, nonostante le “meraviglie spirituali del cristianesimo” e la “somiglianza della liturgia”. “Gesù di Nazaret ha invitato a celebrare tutti insieme “la cena” per combattere la debolezza, la paura che continua a erigere muri e a tracciare confini. Si tratta di due finestre – ha dichiarato la teologa – che fanno entrare aria fresca e illuminano la stanza nel nome di un Dio che non esclude nessuno. Che ha soffiato dentro ogni uomo il suo spirito, che è pienezza di amore e di misericordia, che è bellezza che arricchisce il creato con il sole, la luna le acque, le montagne e gli animali, che è amore infinito, relazione con l’uomo,  ‘utero materno’ destinato ad accogliere, proteggere e mettere al sicuro i propri “bimbi”  (figli) in uno spazio infinito”.

E’ l’uomo che tende a dimenticare che “Dio è misericordioso” in questo condizionato dal “peccato originale”, “segno di debolezza”. Il “cammino coranico è ritrovare lo spirito dell’uomo già creato dallo spirito di Dio” dal momento che la “bellezza umana è nata al momento della creazione”.

Ogni asserzione riconduce al testo coranico, letto da Zadeh nella lingua originale araba con un tocco di umorismo che si rifà al detto popolare per cui “è arabo” un termine che non si capisce.  Ha anticipato non poche novità interpretative per quanto riguarda anche la presenza di Maria nel Corano (“libro sacro” come lo ha definito don Lino) “innamorato della Madre di Gesù, in maniera chiara, trasparente, decisa”, allargando gli spazi per una nuova mariologia coranica.  Il suo nome è citato 34 volte come per nessun’altra donna e alla figura femminile è dedicato un intero libro, il quarto. Il Corano presenta Maria come un esempio da seguire per ogni fedele con queste parole: “O Maria in verità Dio ti ha eletto su tutte le donne di tutti gli universi”, perché “ha custodito la verginità piena totale dell’anima e della persona” e la “sapienza di Dio”, divenendo lei stessa “incarnazione della sapienza”.

Alle apparizioni di Maria a Fatima in Portogallo, nome coranico per eccellenza (Fatima era la figlia del profeta Maometto), la teologa islamica attribuisce un messaggio profetico esplicito di pacificazione alle due religioni, data la comune condizione di figli dello stesso Dio, guardando a ciò che “unisce più che a quello che divide” sulla scorta del nuovo corso nella Chiesa cattolica impresso da Papa Francesco del quale la relatrice ha letto alcuni passi della “Laudato Sì’”. Tanto d’aver proposto al Consiglio mondiale delle Chiese la preghiera finale dell’enciclica sulla cura della casa comune.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina