Paradosso Europa

Migranti e frontiere: non solo denuncia e lucida analisi nelle parole di padre Zanotelli, ma anche l’appello ad un impegno concreto

"È inaccettabile che la vita di un essere umano valga meno della sicurezza delle frontiere di uno Stato e che merci e capitali abbiano più diritto di un uomo povero di entrare in un Paese. Faccio mie le parole dette dal vescovo di Casablanca (Marocco), Santiago Agrelo, dopo l'uccisione di quindici immigrati che hanno tentato di scavalcare il muro di Ceuta il 6 febbraio scorso e dico che a noi spetta questa scelta: credere al Dio della vita o servire gli idoli di morte".

È risuonata netta la denuncia delle diseguaglianze e delle iniquità che caratterizzano il nostro tempo a livello mondiale che padre Alex Zanotelli ha lanciato nel lunedì dell'Angelo, il 28 marzo scorso, dal pulpito della badia di S. Lorenzo, gremita, a Trento. Il missionario comboniano è stato ospite nel capoluogo per parlare di "Il coraggio dell'utopia: i profughi, i migranti e l'ingiustizia mondiale" insieme a Vincenzo Passerini e Lucia Coppola, nuovo incontro organizzato dalla casa editrice Il Margine in collaborazione con il CNCA (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza) del Trentino-Alto Adige e con il Forum trentino per la pace e i diritti umani nell'ambito di "Utopia500".

"Viviamo in un sistema globalizzato assurdo, in cui prevale la legge della competitività e la finanziarizzazione dell'economia. Come ha evidenziato Papa Francesco nell'Evangelii Gaudium, l'economia uccide e questo sistema permette al 10% della popolazione di sfruttare e possedere il 90% dei beni esistenti".

Alla base di ogni guerra e del commercio di armi, l'unica industria che non conosce crisi, sta proprio la difesa di ciò che pochi ricchi possiedono, sottraendolo alla maggior parte delle popolazioni, ridotte in povertà: "Nel 2014 a livello mondiale sono stati spesi 1776 miliardi di dollari in armi mentre l'Italia ha speso 29 miliardi di euro. Sono le guerre e l'impatto che hanno sull'eco-sistema, generando disastri ambientali e cambiamenti climatici, a determinare le migrazioni a cui stiamo assistendo – ha proseguito il missionario -. Il comportamento dei Paesi europei che innalzano barriere e filo spinato per respingere migranti e profughi è gravissimo: hanno diritto a fuggire da guerre, povertà, fame, persecuzioni ed è un diritto umano fondamentale essere accolti. Questa situazione l'abbiamo provocata noi occidentali e dobbiamo assumercene la responsabilità".

Padre Alex ha snocciolato cifre e dati, passando in rassegna temi caldi sui quali occorrerebbe maggior informazione, invitando alla riflessione e soprattutto alla concretezza dell'impegno personale e collettivo: "Il 17 aprile c'è il referendum sulle trivellazioni delle piattaforme petrolifere: votate ‘sì’ evitando così che i giacimenti vengano sfruttati fino ad esaurimento. Il 2 aprile saremo in piazza S. Pietro a Roma insieme ad una rete di 80 diocesi per protestare contro la Legge Madia che vuole affidare il servizio idrico ai privati, non rispettando la volontà popolare espressa nel referendum sull'acqua nel 2011 e il 7 maggio a Roma manifesteremo contro il Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti, nell'acronimo inglese T-TIP, un trattato che mira a creare la più grande area mondiale di libero scambio fra le economie di Stati Uniti ed Europa che in realtà punta alla progressiva privatizzazione di tutti i servizi pubblici(fonte: www.coscienzeinrete.net)".

Nel corso della serata è intervenuto telefonicamente dal campo profughi di Idumeni, al confine tra la Grecia e la Macedonia, Stefano Bleggi, coordinatore del progetto Melting Pot Europa, descrivendo le condizioni disumane in cui si trovano i migranti. "Sono esasperati, vorrebbero oltrepassare il confine e giungere in Europa, mentre il governo greco tenta invece di spostarli in campi ufficiali per poi rimpatriarli come previsto dall'accordo siglato tra l'Unione Europea e la Turchia. La Grecia è diventata una prigione a cielo aperto, ma c'è anche molta solidarietà e l'assistenza sanitaria è garantita da Medici senza frontiere", ha detto Bleggi, dando appuntamento a domenica 3 aprile al Brennero, dove si svolgerà un'iniziativa pacifica all'insegna dell'"Open the Borders", per impedire che anche quel confine venga chiuso sulla scia della decisione austriaca (partenze da Trento in pullman; info e prenotazioni: 347.4686083, www.globalproject.info).

"L'80% dei profughi sono accolti in Oriente e in Africa, il Libano ne ospita 1 milione 200 mila, più di quanti ne accoglie l'Europa intera", ha sottolineato Passerini. "L'Italia nel 2015 ha accolto 170.000 mila persone: 80.000 mila hanno proseguito il viaggio verso il Nord-Europa, 90.000 mila sono richiedenti asilo. In Trentino vi sono 950 profughi e altrettanti in Sud-Tirolo. Tendiamo a dimenticare che solo una minima parte arriva in Europa e che sono loro le prime vittime di terrorismo, guerre, repressioni governi dittatoriali e conflitti religiosi", ha aggiunto, ricordando l'appello di padre Alex contro l'intervento miliare dell'Italia in Libia.

"Se vogliamo salvarci – ha concluso Zanotelli parlando il linguaggio della speranza e della non rassegnazione -, utopia oggi è l'unica realtà a cui dobbiamo ispirarci. Dobbiamo diventare più sobri, puntare sulle energie rinnovabili senza lasciarne la gestione alle multinazionali e impegnarci a costruire un mondo più giusto scegliendo di legare fede e vita e ritrovando il senso dell'umanità, altrimenti non avremo futuro".

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