Come un meccanico della natura

Si occupa di consulenza e assistenza in agricoltura con un'idea fissa: l'impatto delle coltivazioni sull'ambiente e sulla biodiversità deve essere il minore possibile

“Il territorio è il mio insegnante, e offre sempre qualcosa di nuovo da imparare. Poi io lo insegno a mia volta”

In che cosa consiste il suo mestiere?

Il mio mestiere consiste nel comprendere la natura, saperla raccontare ed insegnarla.

Cosa ha studiato?

La prima scelta di indirizzo per i miei studi è l'agricoltura, ma non mi sono accontentato: per capire meglio la natura mi sono avvicinato all'ambito della naturalistica, sempre in chiave ecologica.

Quindi, in concreto, che cosa fa?

L'agroecologo è un esperto di agricoltura, dunque si occupa di consulenza e assistenza delle aziende agricole, ma in chiave ecologica-ambientale: cioè con l'obiettivo che l'agricoltura non sia impattante sull'ambiente e sulla biodiversità. L'agricoltura dovrebbe fondersi in maniera armoniosa con la natura, cioè con tutti gli esseri viventi: dal più piccolo insetto nascosto nella terra all'altissimo albero che cresce in mezzo ad un prato.

Le piace di più insegnare a scuola o stare sul territorio?

Direi 50 e 50. Il territorio è il mio insegnante, quello che so lo imparo lì, è c'è sempre qualcosa di nuovo da imparare, anche se poi è necessario approfondire e studiare anche sui libri. Capire la luce in un bosco, ascoltare il cinguettio di un uccello, annusare un fiore che non avevo mai visto… tutto questo per me è un insegnamento. Senza questo mio insegnate speciale, che è la campagna o il bosco, non potrei insegnare a mia volta. Ma mi piace fare entrambe le cose.

Che cosa l'ha spinto a fare questo lavoro?

La curiosità di sentirmi sempre bambino, il desiderio di scoprire sempre qualcosa di nuovo e di poterlo raccontare in modo preciso e rigoroso ma in modo molto semplice e comprensibile.

Per chi lavora?

Lavoro per organizzazioni, associazioni, enti pubblici, singoli privati; occupandomi di didattica che spazia dalla coltivazione dell'orto alla cura del giardino, alla tutela del paesaggio, posso soddisfare tante richieste. E ho un pubblico molto vario: dai bambini delle scuole elementari all'università della terza età, da chi comincia a lavorare la terra, a chi lo fa da anni. L'idea che c'è dietro, però, è sempre la stessa: comunicare la natura e il modo di coltivare secondo natura.

Quando ha deciso di fare questo lavoro?

Da grande. Quando ho capito che l'agricoltore dovrebbe essere più consapevole del suo impatto, anche negativo, sulla natura. All'inizio non è stato facile, perché molti non comprendevano che cosa facessi. In effetti questo lavoro lo facevano davvero in pochi…

Adesso ha molti colleghi?

Conosco alcune persone che fanno il mio stesso lavoro, e spesso ci sentiamo per confrontarci: ci anima la stessa passione.

Le piace questo lavoro?

Ogni giorno sempre di più, perché cerco sempre di fare cose nuove, oppure ho la fortuna di ricevere nuove proposte, qualcosa che sfidi le mie conoscenze. Prima di fare questo lavoro ero una persona diversa: più seria, più razionale, mi arrabbiavo più spesso, ero più attento agli orari, ad avere un entrata economica regolare, come la maggior parte delle persone. Tutti però siamo affascinati e attratti dalla natura, perché la natura è libertà!

Anche da piccolo le piaceva stare in mezzo alla natura?

Sì, io sono nato in montagna, in val di Fiemme. I prati dove pascolavano le mucche erano il mio parco giochi. Però non avevo ancora in mente di fare l'agroecologo. Da piccolo volevo fare il meccanico, mi piaceva l'idea di mettere le mani nel motore, montarlo e rimontarlo, aggiustare i pezzi… Anche la natura è un motore. Un bosco, un giardino, un albero, un fiore, sono tutti fatti da tantissime parti, tanti elementi che li compongono e che sono tutti necessari per poter funzionare… come fosse un motore. Sono come un meccanico della natura!

Intervista a cura della classe V della scuola elementare Sacra Famiglia di Trento

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