“Non è lui a reggere la Chiesa…”

La famiglia, dopo l'ultimo pranzo con don Lauro prete, lo ha accolto nel primo banco in Cattedrale. La sorella Iva ha letto una lettura, i fratelli Loris e Valerio con le loro famiglie hanno portato i doni all'offertorio.

Grandissima emozione? chiediamo al termine a mamma Irene: “Se dicessi di no, direi una bugia”, confessa al microfono di radio Trentino inBlu la 79enne sagrestana di Giustino. Preoccupata, adesso? “Un po' di timore c'è, ma se il Signore ha voluto così gli darà la forza per andare avanti”.

“Più che un onore è un onere diventare vescovo”, riflette il fratello Loris, “ma in questi giorni abbiamo sentito che l'affetto e la stima della popolazione trentina gli ha dato molta forza”. Resterà vostro fratello? “Per noi è nostro fratello prima di tutto – osserva Valerio – sappiamo che la sua è una missione, non un traguardo, quello di vescovo, come dice Papa Francesco, non è un mestiere. A reggere la Chiesa non sono le parole di Lauro ma quella di Gesù Cristo”.

La sorella Iva, insegnante a Giustino, ripercorre questi due mesi “in cui abbiamo sentito la vicinanza di tanta gente, anche lontana. Ci fa sperare anche in un sostegno per il compito a cui Lauro è stato chiamato; abbiamo fiducia che saprà rimanere se stesso, anche grazie all'aiuto della preghiera”.

Emozione particolarissima per la cugina suor Graziella, a Telve con le Suore di Maria Bambina, che festeggia in questi giorni i 50 anni di vita consacrata. “Dobbiamo ai nostri genitori, che erano primi cugini, il dono della fede. Ho visto nascere don Lauro e anche nel momento della perdita del papà a 6 anni ha dimostrato una sensibilità particolare. Preghiamo per lui anche perchè sappiamo che non è il vescovo a reggere la Chiesa ma lo Spirito Santo”.

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